Cosa facciamo
Al'inizio era la casa, la "nyumba" rifugio per bambine disabili, orfane, abbandonate. Mage, Viki, Ageni sono arrivate in rapida successione. Poi abbiamo alzato il tiro. Abbiamo costruito una palestra, che per cinque giorni alla settimana, ospita 15 piccoli disabili di Iringa, seguiti da dade locali che abbiamo formato con corsi appositi. E poiché le sfide non sono mai finite, ci siamo anche cimentati con il progetto C.A.A. (Comunicazione Alternativa Aumentativa) ed il piccolo Zawadi, tetraplegico, ha imparato a scrivere con una tastiera che fa operare con i piedi.
La strada da percorrere è ancora lunga e in salita: la nostra via, quella della cooperazione, è più impervia della mera assistenza, ma è l'unica che può fornire i mezzi a chi non li ha. Per combattere la diffidenza, i pregiudizi, l'ignoranza e l'odio che lentamente uccidono come un colpevole chi ha un figlio disabile e che è nato nella parte sbagliata del mondo...