2008

Notizie dall'Africa 2008

24 dicembre
Cari amici
abbiamo terminato di decorare il nostro angolo natalizio, Gesù nascerà sotto un baobab colorato.
Grazie a tutti quelli che ci hanno inviato auguri , grazie a tutti quelli che si ricordano di noi , grazie a tutti quelli che si ricordano che ogni giorno c'è un bambino che non trova posto.

Con Bruna Con Lucio
 ~ ° ~
  17 dicembre

E’ Natale anche qui   in Tanzania

Senza luci intermittenti  sulla via
Senza alberi con  nastri colorati
Senza doni lussuosi ben incartati
Senza tortellini e panettone
Senza correre nella confusione

E’ Natale anche qui in Tanzania
La vostra amicizia  illumina la via
Alberi e fiori appena spuntati
Doni semplici non incartati
Con riso e insalatone
Pole pole senza confusione

Bruna e Lucio

Ageni ,Berta, Braison, Elia, Faustino,Lucy, Mage, Peter, Stevin, Viki


  ~ ° ~
 15 dicembre
 E dopo tante parole, il loro sorriso

 

Bruna

  ~ ° ~
 13 dicembre

Cari amici
sono tornata a casa dopo una sosta al mare con Lucio e le ragazze.

Per ora solo foto

Bruna

Aereoporto di Dar: aspettando BrunaIn spiaggia a DarMiss Nyumba Ali

  ~ ° ~
1 novembre

Carissimi
Domenica in corriera sino a Dar ,lunedì aereo, martedì corriera più treno , non si sa quando arriverò a Bologna. Prima di lasciare la casa con le ali per un periodo italiano , breve o lungo secondo i punti di vista , vi racconto una storia .

Deo ha dodici anni, vive in un villaggio nella zona di Isimani , cammina barcollando sulle gambe piegate , non parla , sta solo tutto il giorno perché il padre lavora . Shila, una volontaria che lavora a Isimani, l'ha portato da noi quando c'era Giulia la fisioterapista .
Deo ama stare con le persone , capisce i comandi , è un ragazzino sveglio , abbiamo pensato di farlo andare a scuola .

Dove ? Nella scuola per sordomuti di Iringa con annesso collegio. Shila è andata a parlare col direttore che non ha accettato Deo perché è solo muto , e in questo caso avere due disgrazie invece di una sarebbe stato meglio , ma poiché è un uomo attento ai problemi dei disabili l'ha indirizzato nella scuola frequentata da Mage . E' saltata fuori una zia che ,dietro ricompensa ,si è presa in casa il ragazzino che ha iniziato a frequentare la classe di Mage .

il figlio di Zula , nato il 16 ottobre 2008 Questa almeno è la data dichiarata dalla madre

Bella storia , direte voi , sì bella storia.
Venerdì Shila mi ha telefonato per sentire la mia opinione sulla richiesta che il maestro ha fatto alla zia : bisogna pagare ogni mese 5000 scellini e portare un sacco di mais . Mi sono sorbettata una riunione genitori di fronte alla quale i consigli di classe per l'adozione dei libri sono uno spasso , ho evitato di essere eletta tesoriera , sono stata attenta , ho preso appunti e sono certa di aver capito bene : il contributo, volontario, è di 2000 scellini al mese o di un secchio di mais o di un pacco di zucchero e se una famiglia ha problemi non deve pagare nulla perché la scuola è comunque gratuita . I 3000 scellini e il sacco di mais sono destinati a ingrassare ancora di più il maestro.
Decido di andare con la zia a parlare col direttore , quel direttore bravo che parla inglese e che è piaciuto a Franca, a Chiara e col quale non ho mai dovuto litigare .
Incontro non facile, il direttore chiama la maestra , la maestra accusa subito la zia che, occhi piantati per terra, sussurra "un maestro mi ha chiesto 5000 scellini, più un sacco di mais e ha detto che devo comprare due maglioni e due paia di scarpe altrimenti Deo non può restare ".
- Quale maestro ? –
" Non so , un maestro " e qui capisco l'utilità dei cartellini di riconoscimento .
Discorso pomposo del direttore sulla falsità di certi parenti e poi la decisione: tornate lunedì, ci saranno tutti i maestri della classe (2) e tu mi dirai chi ti ha chiesto i soldi.
Bella mossa. Catechizzo la zia ma è terrorizzata, lunedì non si presenterà, accetterà la patente di bugiarda piuttosto che accusare un maestro .

Lunedì la zia è al cancello , mollo tutto e sono felice che abbia trovato il coraggio .
Riunione : direttore , i due maestri , la rappresentante eletta dei genitori , io ; premessa di almeno dieci minuti , credo per farmi addormentare, ma io resisto . Poi il clou : chi ti ha chiesto i soldi? " lui " Il maestro di Mage , quello che è venuto anche alla nostra riunione . Brava , coraggiosa zia !
il maestro senza scomporsi , occhi infossati nel grasso , mani intrecciate sul ventre " hai capito male , era per due mesi (5 in Tanzania è multiplo di 2) e ho detto o un sacco di mais non e un sacco di mais "
La zia replica di aver capito bene ,ma ha già la voce vacillante e gli occhi bassi . Il resto è una disgustosa recita nella quale la maestra quasi piangendo accusa la zia di essere bugiarda e irriconoscente , - noi portiamo da casa nostra lo zucchero , accudiamo i vostri figli e voi ci accusate . tu hai detto 5000 perché vuoi fregare i bianchi, volevi intascare i soldi ma ti è andata male "
Intervengo dicendo che la riunione è servita perché si pagherà il contributo giusto e perché chi ha mentito ora sa di essere stato scoperto bla bla bla .
Fuori mi congratulo ancora con la zia per essere venuta , la consolo e la porto da Shila che, nel frattempo, ha accompagnato una bambina del villaggio dall'oculista .
Shila chiede subito cosa ha detto il direttore , trasecola e poi racconta: "sono andata io dal direttore , mi ha scritto su un foglio 5000 scellini al mese più altre richieste , ho il foglietto con me con il numero di telefono del direttore e le richieste – Bingo! Maestro e direttore sono d'accordo e forse c'è di mezzo anche la maestra , tremila è divisibile per due e per tre .
Peccato che Shila non fosse presente alla riunione , avrebbe esibito una prova inconfutabile . Ora noi sappiamo che direttore e maestro rubano con una mano soldi alle famiglie dei bambini mentre con l'altra li accarezzano e per noi sarà impresa titanica non mostrare il disprezzo che proviamo di fronte a questi figuri coi quali siamo costretti a dialogare.
Un abbraccio
Bruna


  ~ ° ~
 21 ottobre

Cronaca di un lunedì quasi normale

Premessa :
Dada Mpendwa è in ferie , la sostituisce dada Maria, già assunta part time per lavorare nel centro diurno.
Antonella responsabile progetto Cuamm , in Italia è fisioterapista Mama Lucy è la mamma di Lucy , una delle bambine del centro .
Dada Zula ha chiesto un permesso di tre giorni per andare nel villaggio a costruire la tomba della madre ( vedere la lettera di Lucio di ottobre 2007)
Stevin ha un anno e qualche mese, è l'ultimo bambino accolto nel centro diurno

Mama è l'appellativo dato alle donne .

Sette del mattino .
Allacciare il reggiseno a Mage, controllare che si sia infilata le mutande nel verso giusto , mettere il busto ad Ageni , incastrare Viki nel water , caffè e, mentre Lucio porta a scuola Mage e Ageni , fare la doccia a Viki che,ridendo, mastica il portasapone mentre con una mano getta sul pavimento bagnato l'asciugamano lasciato a portata della sua mano rapace

 Zula con Braison in braccio 4 giorni prima del parto, mama Lucy, Lucy e Peter

Ore otto .
Sto mettendo la crema ( mafuta) a Viki ,pare che senza mafuta nessuno possa vivere , suona il cellulare , è in soggiorno , chiudo il barattolino della crema e corro . Telefonata incomprensibile perché il mio cellulare da quando è finito, per la terza volta , nelle fauci di Viki riceve male .Per fortuna so chi è , richiamerò . Torno nella stanza dove avevo lasciato Viki : nel tempo di Hallo? ha aperto il vasetto della crema per il corpo e se la sta mangiando.
– Mama per favore apri la porta -
E' arrivata dada Maria , corsa ad aprire
– Mama dammi le bottiglie per il latte-
Penso : ci manca qualcuno al cancello . Desiderio esaudito
– Mama un ospite –
Non mi abituerò mai alla parola ospite , quasi sempre si tratta di mendicanti ,di amici di amici di amici che vengono a chiedere soldi , ho un concetto diverso di ospite ma mi adeguo a usi e costumi .

 

Ore otto e mezza
Al cancello uno che mi sembra di conoscere
- Sono il marito di Zula oggi non viene a lavorare perché è malata-
Lo sapevo! Quando chiedono permessi non rientrano mai il giorno stabilito , dovevo prevederlo e adesso come faccio ? i bambini , il dala-dala , ho chiamato Antonella per vedere Stevin. Problemi da risolvere in pochi attimi e poi perché Zula non mi ha telefonato ieri, perché non ha mandato un messaggio , accidenti , accidenti . Ma sono una persona educata e " ammalata" risuona ancora nell'aria
– Che malattia ha ?-
- Ha partorito un bambino-
Sono davvero stanca , chissà perché ho capito una cosa così strana
Congedo il marito chiedendo quando torna Zula e ricevendo la risposta
- Fra un mese -.
Un mese ? avevo capito benissimo , Zula ieri ha partorito un bambino .
Sento il bisogno di un caffè.
Lucio ed io avevamo scherzato sul suo essere un po' ( giuro un po') ingrassata e le avevamo chiesto se era incinta ricevendo un NOOO!!! Accompagnato da una risata . Possibile che non ci siamo accorti di nulla? Possibile. Mi i sento dentro una di quelle storie da giornale, una di quelle storie di cui ho sempre detto –figurati se non se n'è accorto nessuno! E' impossibile nascondere una gravidanza. Ultimo risorsa per non sentirsi stupidi: sarà prematuro

 

Ore nove
Lucio accompagna Maria nella prima capanna da dove inizia il giro del dala-dala e nel frattempo vedremo cosa fare , la situazione è critica , i bambini del centro diurno sono sette , manca anche la dada Mpendwa e magari adesso si presenta anche il bambino di quel padre che ha bussato alcuni giorni fa al nostro cancello .

 

Ore dieci
- mama ospiti –
Plurale? al cancello due donne , due bambini e in lontananza il dala dala .
E' arrivata una bambina( Beta) con problemi , la nonna, ipovedente, si è fatta accompagnare da una parente corredata di infante
- mama quello di internet –
ma io non l'ho chiamato cosa vuole ? corsa al cancello , vuole i soldi del mese ( abbiamo già pagato). Lucio esibisce la ricevuta e scopre che il proprietario dell'unico server di Iringa tiene la contabilità su un foglietto,anche se scrive le ricevute col computer
Mi precipito nel centro , mama Lucy non sapeva nulla della gravidanza di Zula e quasi si accascia al suolo . Le dico che chiuderemo per un mese e lei
– Non farlo , i bambini sono felici , migliorano , non farlo ci
penso io con Maria e con la mamma di Stevin- Anche Maria insiste perché il centro resti aperto .
Non ho tempo per commuovermi , devo spiegare alla nonna che ora non posso tenere sua nipote , interviene ancora mama Lucy
- Beta cammina e parla, ha solo un problema in una mano , le farà bene stare qua e non è impegnativa , teniamola-
Logica vorrebbe che la bambina fosse rimandata a casa , ma quegli occhi ammalati della nonna chiedono aiuto e così i bambini del centro adesso sono otto e il personale è diminuito.

Ore 11

Arriva Antonella , oggi non c'è Stevin, ma c'è Beta .
- mama ospiti-
Amici da Ilula , ci pensa Lucio , mentre io mi chiudo in soggiorno con Antonella per finire un lavoro urgente che riguarda anche il nostro futuro .
- mama un ospite-
Aspetto che arrivi in veranda : è la sorella di Zula e questa è la storia che mi racconta
- Nessuno sapeva della gravidanza , mentre costruivamo nel villaggio la tomba della mamma , Zula non stava bene , io ero da amici , mi hanno detto di tornare a casa in fretta perché mia sorella aveva partorito un maschietto. Non ci credevo , ma era vero . Stanno bene -
- E' prematuro vero?-
- No. Zula vuol tornare a lavorare subito . Non voleva questo bambino -
- Dille di riposarsi -
Resto con le mie domande : perché Zula ha negato di essere incinta quando gliel'abbiamo chiesto? Perché non l'ha detto ? paura di non essere assunta? Paura di essere licenziata? Negazione della realtà ? abitudine a non dire mai nulla ai bianchi ? noncuranza? Se l'avessimo saputo prima ci saremo organizzati per risolvere il problema della gestione del centro , forse è proprio qua il punto : noi abbiamo bisogno di organizzarci , Zula e la sua gente no. La verità , chissà dove sta la verità ; in questa storia di sicuro c'è solo un bambino appena nato .

Ore 13
- mama ospiti -
Padre Filippo è venuto a prendere un caffè e gli amici di Ilula , chiacchiere, Lucio corri Ageni uscirà da scuola tra pochi minuti .

 

Il resto della giornata: piatti da lavare e casa da pulire perché Maria è stata dirottata in palestra , chiacchiere rilassanti con Michele e Francesca che dormiranno da noi , una telefonata preannuncia l'arrivo di sei visitatori dall'Italia .
- Com'è la vita qua ? tranquilla ?
- Sì tranquilla-

 Un abbraccio a tutti voi

 Bruna

  ~ ° ~
  27 settembre

Carissimi
Storia africana con sottotitoli in una lingua sconosciuta.
Mage viveva con la zia e con la sorellina Monica, dolcissima bambina dagli occhi tristi. Il giorno del battesimo di Mage ho portato Monica in bagno, ho chiuso la porta e ho atteso, atteso invano, il rumore dello sciacquone (le avevo mostrato come funziona). Sono entrata e Monica stava lavandosi rannicchiata dentro una bacinella, nel fondo due dita d'acqua e una di fango, i vestiti in ordine sul pavimento. Sapone profumato, shampoo e la gioia di Monica sotto lo scroscio dell'acqua calda. E il ritorno da Ilula con Monica silenziosa che non sorrideva neppure con le caramelle e la domenica successiva (dopo la separazione da Mage) la sua manina che cercava la mia e poi il nulla l'ha ingoiata.
Abbiamo chiesto a tutti, risposte vaghe, accenni a parenti dai quali era andata a lavorare; se non si vuole che noi non sappiamo, non sapremo mai.

Mage nel ricordare il passato ha iniziato a nominare una sorella Neema che abita in Iringa, chiacchiere sussurrate sull'esistenza di questa sorella finché un giorno si è materializzata in una casa vicina a quella di Peter. Mage è felice, racconta di aver vissuto con la sorella maggiore dopo la morte della madre " e Monica" domando io. "Monica?" " Non è mia sorella è la figlia della zia." "Ma dov'è Monica ?" nessuno risponde e noi, lentamente, abbandoniamo le ricerche.

E giovedì Zula racconta che le sorelle di Mage chiedono di venirla a trovare. Le sorelle? Mage ripete convinta di avere una sola sorella Neema, ma Zula racconta di una sorella Monica che vive a Dar, che è tornata ieri e ha chiesto di vedere Mage. E' una donna, vive a Dar e Mage non se la ricorda mentre ricorda Monica la cugina e tra queste due Moniche il nostro cervello naufraga.
Oggi sono arrivate due donne, Neema e Monica, e quest'ultima guardava Mage con affetto, ma Mage non si ricordava di lei. Lucio ed io dopo i convenevoli di rito ce ne siamo andati;  io percepivo brandelli di conversazione ma confesso ero irritata da queste sorelle che hanno dimenticato Mage per anni e che ora ricompaiono non si sa con quale intenzioni.
Le due poi se ne vanno e io (non cambio mai…) comincio a concionare sul fatto che per anni si sono dimenticate della sorella, ma Zula mi blocca " Monica è stata mandata a Dar, la zia di Nduli la picchiava, appena ha potuto tornare è tornata e ha chiesto di sua sorella, lei è più giovane di Mage. Più giovane ? ma quanti anni ha? Sedici.
Corro a prendere le foto che la dada Mpendwa aveva mostrato alle sorelle, le metto sotto il naso di Zula e lei " Monica ha detto "questa sono io il giorno del battesimo di Mage!".
Abbiamo ritrovato la sorella minore di Mage e … non l'abbiamo riconosciuta. Cercavamo una ragazzina, abbiamo trovato una donna di sedici anni costretta ad andare a Dar a lavorare, una donna che non si è dimenticata della sorella.
Abbiamo sempre avuto il progetto di aiutare entrambe le sorelle, speriamo che ci sia ancora permesso di farlo.

Un abbraccio
Bruna

  ~ ° ~
 23 settembre 

Carissimi
E' arrivato il momento di raccontarvi ciò che abbiamo imparato sulla scuola tanzaniana , o meglio sulla scuole che noi conosciamo a Iringa.
La scuola primaria e' obbligatoria , sette anni con esame in quarta e in settima, è gratuita ma gravano su di essa balzelli pesanti per chi ha problemi economici. Il primo e' la divisa: gonna a pieghe per le bambine ( pantaloni corti per i maschi) , camicia bianca con maniche corte e taschino, maglione , calzettoni e scarpe nere . Ogni scuola ha colori diversi e i maestri fanno affari timbrando, a pagamento, sul taschino della camicia il nome della scuola. Altre gabelle: soldi per fotocopie , per l'acqua, per collette varie e se i genitori non pagano i bambini sono picchiati , in applicazione della regola biblica " gli errori dei genitori ricadranno sui figli".
L'orario delle lezioni e' un mistero, l'unica certezza e' che gli scolari vanno a scuola alle sette, spazzano la polvere del cortile e delle aule , annaffiano e zappano l'orto della scuola (il ricavato va ai maestri) e alle otto, schierati in file perfette, cantano l'inno nazionale. Quello che accade dopo dipende da mille variabili. Dopo l'inno le punizioni corporali di massa, poi in aula, stipati, (da 50 a 80 studenti per classe) a copiare dalla lavagna sotto il controllo di un compagno armato di bastone .I maestri di solito stanno fuori o in sala professori a bere il te' e a correggere quaderni portati da solerti scolari fattorini. Spiegare? Che idea stupida , basta la lavagna dalla quale copiare ciò che il  maestro ha copiato dal suo libro . Ma gli studenti sono uguali ovunque e cosi anche qua accade che facciano confusione e allora un insegnante qualunque entra in aula, fa inginocchiare tutti per terra e armato di bastone somministra un numero imprecisato di vergate . L'intervallo dura da mezz'ora a due o tre ore e può anche non coinvolgere tutta la scuola. E cosi ad ogni ora del mattino si vedono studenti pascolare attorno alle scuole (non ci sono recinzioni) ed e' facile appartarsi con le ragazzine più grandi. Dall'una alle due fine delle lezioni che ricominciano un'ora dopo con le ripetizioni a pagamento, obbligatorie, per gli studenti della terza, quarta, sesta , settima: terza e sesta perché l'anno prossimo avranno l'esame , quarta e settima perché avranno l'esame nell'anno in corso (?) . Durante le ripetizioni obbligatorie a pagamento i maestri si occupano di argomenti mai trattati alla mattina . Ageni non le ha frequentate perché l'ho giustificata spiegando che nel pomeriggio doveva fare esercizi fondamentali per la salute e si sa che la salute , come recita un proverbio tanzaniano, e' la cosa più importante.
Stendiamo un velo, spesso e pietoso, su ciò che viene copiato dalla lavagna, sull'attenzione maniacale allo squadramento del foglio e alla data, sul quaderno che deve essere ricoperto con carta di giornale senza figure o con carta da pacchi marroncino secondo la mania dell'insegnante. E guai se dal collo della camicia spunta un maglione perché c'e' freddo o se le scarpe sono sporche perché la strada e' allagata o se si vede una collanina o un braccialetto : nella scuola di Ageni le botte col bastone sono garantite.

Ageni con la divisa della nuova scuola

La classe frequentata da Mage , essendo quella dei deficienti , ha regole diverse; i maestri (due per circa venti bambini , per tre ore al giorno per quattro giorni alla settimana) arrivano tardi e vanno via prima, affidando la classe ad una specie di dada, armata di regolare bastone, ma non li abbiamo mai visti picchiare qualcuno . Abbiamo tentato la via del dialogo coi direttori e coi maestri, ci siamo documentati sulle leggi , ci siamo arrabbiati, abbiamo riflettuto sul perché e percome , siamo ritornati con mente e cuore alla scuola della nostra infanzia coi maestri spesso maneschi, siamo entrati in crisi sul da farsi, ma su tutto troneggiava la carta dei diritti dei bambini firmata anche dalla Tanzania e la legge locale che permette le punizioni corporali ma le regolamenta in modo preciso.
Che fare di fronte ai soprusi? che fare di fronte a bambini picchiati a sangue? tacere perché bisogna rispettare la tradizione locale? Tacere perché si e' ospiti? Tacere perché i diritti dei bambini sono stati scritti dagli occidentali e subiti dagli africani? Tacere per non crearsi nemici? Tacere .
Ma noi crediamo che il tacere sia connivente e che il far finta di niente per non creare tensioni sia una strada che non porta da nessuna parte e, senza voler fare i donchisciotte, abbiamo tenuto aperto il dialogo senza rinunciare alla convinzione profonda che il bastone, usato senza motivo, alimenta l'odio e l'indifferenza. Il preside di Ageni ha affermato che l'unico modo per educare gli studenti tanzaniani e' il bastone , che picchiare i bambini e' nel loro DNA e che noi europei siamo diversi dagli africani … in attesa che si trovi la via tanzaniana per riflettere su queste affermazioni, noi abbiamo continuato a dialogare, ma abbiamo anche deciso di cambiare scuola ad Ageni . Una sera mi ha chiesto, timidamente, se l'anno prossimo poteva andare in un'altra scuola, perché direttore e alcuni maestri sono molto cattivi; ogni giorno tornava da scuola sempre più incupita; spesso Lucio l'ha trovata da sola in aula, tutti se ne erano andati e lei senza aiuto non può affrontare la salita per tornare a casa. Per noi, inoltre, era una vera sofferenza affrontare ogni giorno lo spettacolo pubblico dei bambini picchiati col bastone, testa per terra sedere per aria. Abbiamo scelto una scuola che sembra offrire insegnamenti decenti senza bastonate gratuite. Dopo la primaria Ageni frequenterà la secondaria con tutte le lezioni in inglese (legge della Tanzania), abbiamo scelto una scuola primaria che ha già le lezioni in inglese, affrontando con un anno e qualche mese d'anticipo lo scoglio dell'apprendimento della lingua.
Il suggerimento di cambiare subito e non l'anno prossimo e' venuto dal direttore della nuova scuola per non sottoporre Ageni alla fatica dell'esame di settima e dello studio intensivo e contemporaneo dell'inglese; noi e lui crediamo che questi mesi possano aiutare Ageni a studiare con più calma la lingua .
Ieri, dopo le vacanze, primo giorno nella nuova scuola: orario chiaro (8-14), portone, il direttore ha fatto cambiare aula alla classe di Ageni perché lei possa entrare e uscire da sola con la carrozzina, l'ha presentata, incoraggiata e, incredibile, in classe con lei c'e' una amica del suo villaggio che l'ha subito presa sotto la sua protezione . E' tornata a casa che non la si teneva più dall'eccitazione . Sappiamo che poi passerà , che dovrà faticare molto, ma siamo fiduciosi.
Oggi sono andata a ritirare i documenti nella vecchia scuola , nessuna domanda , solo la richiesta di denaro per costruire i bagni … ma questa e' un'altra storia che prima o poi vi raccontero' .

 

Ageni e' felice, io sopporto dolorosamente la contraddizione di averla iscritta in una scuola privata, dopo aver lottato tutta la vita per la scuola pubblica. Abbiate pietà di me e, se potete, perdonatemi il tradimento.

 Maria guida la carrozzina con Peter e Braison

Un abbraccio
Bruna

 

  ~ ° ~
 20 settembre

Carissimi
altri tasselli nella costruzione della Casa con le Ali.
Il più leggero è una maglietta col logo dell'associazione, stampata ad Iringa da un commerciante arabo che, non solo non ha chiesto anticipi del 50%, ma ha anche consegnato tutto nel tempo previsto. Un vero miracolo.

Ageni aiuta  Braison a camminare con il deambulatore

Il più robusto è una riunione.
Ieri (19 settembre) abbiamo organizzato un incontro in palestra coi parenti dei bambini, con le dade e con mister Saidi. Valentina ci ha aiutato ad organizzare e a capire dinamiche e linguaggio. I parenti (una nonna, uno zio, un padre e due madri) sono arrivati col dala-dala assieme ai bimbi, un po' di confusione iniziale dovuta all'eccitazione dei bambini felici di mostrare, a modo loro, cosa sono capaci di fare nella casa dei wazungu. Sistemati tutti nelle sedie "speciali", Mage e Ageni si sono presi cura dei più bisognosi d'aiuto, lo staff schierato davanti ai parenti, si apre l'incontro. Una vera assemblea.

 Il maestro, Mr Saidi, Bruna, Valentina e parenti


Ho impiegato alcune ore a scrivere il discorso in swahili con l'aiuto di Ageni e della dada Mpendwa e pochi minuti a leggerlo, piccole idee ripetute: se collaboriamo i vostri figli possono avere una vita migliore e anche voi starete meglio. Il primo intervento è stato dello zio di Braison: -hai ragione, non dobbiamo lasciare soli i bambini disabili , ma io devo lavorare e mia moglie non ha tempo e voglia di seguire un bambino non suo. Come posso fare ?- e su questa domanda, cui non avrei saputo rispondere, è entrato mister Saidi, sì proprio lui, quello dei timbri, quello che scrocca pranzi, il capo, la sua presenza ha dato immediatamente importanza alla riunione. Saidi è stato efficace ed efficiente, ha ripetuto alla maniera tanzaniana, quello che avevo già detto, ci ha elogiati, ha sgridato, esortato, ordinato, scherzato, un vero oratore.
Lo zio di Braison è tornato all'attacco, Saidi aveva la risposta: tua moglie ti deve obbedire, dille cosa deve fare e pian piano vedrai che lo farà con affetto.
Sono intervenute le dade, la mamma di Lucy e la zia di Faustin, loro sono veterane del centro e, infatti, sfoggiavano la maglietta col logo che caratterizza chi lavora nella palestra. E poi la sorpresa: mister Saidi ha telefonato e in un batter d'occhio si è materializzata la sagoma imponente del maestro di Mage. Cosa è venuto a dire? Che i bambini disabili devono andare a scuola, che la scuola è importante come gli esercizi fisici, che se l'aula per deficienti (si chiamacosì la classe di Mage) è troppo lontana bisogna andare in comune a chiedere che se ne apra un'altra più comoda. Un bellissimo discorso anche se il maestro è lo stesso che arriva in ritardo e va via in anticipo.

Lo staff: di Nyumba Ali (Lucio, Bruna; dada Mpendwa, dada Zula, dada Maria, mamma di Lucy, zia di Faustin)
Dopo le parole, dada Zula ha mostrato cosa fare, i bambini si sono esibiti, coca cola e biscotti per tutti, i parenti, ringraziando, se ne sono andati e sono riprese le attività normali.
Il maestro e mister Saidi mi hanno dato appuntamento lunedì alla ripresa della scuola, desiderano una copia delle firme di presenza e …una maglietta ciascuno. Non abbiamo magliette che possano contenere lo stomaco del maestro.
Quest'incontro è stato il primo passo per una collaborazione con le famiglie, ha confermato quella con gli assistenti sociali e con la scuola di Mage, ha tracciato la strada per il futuro, ha ripetuto che l'attività del centro è frutto dell'impegno di un'associazione. I parenti si sono confrontati tra loro e con noi; non sono emerse riflessioni da manuale ma spaccati di vita.
Sarebbe bastata la gioia palese dei bambini nel mostrare cosa sanno fare, abbiamo avuto anche quella, contenuta, dei parenti.
Un abbraccio
Bruna

 ~ ° ~
 2 settembre 

Carissimi,
mentre la maggioranza degli italiani è andata in ferie soffrendo poi il ritorno alla quotidianità, noi abbiamo lavorato più del solito rimpiangendo un po' le giornate fatte solo di gesti abitudinari. In agosto abbiamo incontrato molte persone , abbiamo raccontato la storia della Nyumba Ali sperando di non diventare " santini",  felici di far conoscere la storia di Mage e di Braison e di Peter e di Viki … a persone col cuore e con la mente aperta . Il futuro delle nostre ragazze e dei loro sfortunati amici è legato da fili, invisibili ma robusti , a tutti coloro che ci stanno vicino col cuore e con la mente.

Il tempo
Il tempo qua non esiste, ma a me spesso manca e, a volte, ho l'impressione che un'ora sia di quaranta minuti. Nella mia prima vita avrei trovato una spiegazione psicologica a questa sensazione, anzi l'avrei usata per riflettere con gli studenti sul concetto di tempo (obiettivo: arrivare all'idea di " tempo proprio"), ma nella mia seconda vita accetto questa mancanza cronica e avverto solo un vago senso di rimorso per tutto ciò che non riesco a fare, compreso scrivere agli amici.

Il centro diurno .

E' decollato e funziona grazie al lavoro di Giulia (la fisioterapista) e di Chiara (giovane neouniversitaria biellese) e di Giulia (giovane neouniversitaria bolognese) e di Maria (l'amica di sempre) e di Sara (giovane di Cento) e di Lucio e di tutti quelli che ci hanno regalato un po' del loro tempo, un consiglio , un incoraggiamento , un sorriso.
Abbiamo stipulato un contratto con un'autista di un pulmino, assunto una ragazza (Maria) per aiutare Zula e cominciamo ad avere i primi risultati ma anche le prime sconfitte. Il lunedì, il mercoledì e il venerdì l'autista con Zula e Maria va a prendere i bambini; appena arrivano in palestra Maria li cambia (maglietta e pantaloni, pannolone, bavaglio) e Zula fa fare a ciascuno gli esercizi che Giulia le ha insegnato. Poi giochi con plastilina, incastri, pallone, parallele, scale, musica, standing, cuneo, tavolette, deambulatori, pallone su cui sdraiarsi, pranzo in veranda cucinato dalla dada Mpendwa e alle tre del pomeriggio ritorno a casa col pulmino .
Martedì , giovedì , sabato pomeriggio dada Zula pulisce la palestra, lava i vestiti e poi fa esercizi con Mage e Ageni .

Successi
Braison denutrito (12 chili in 12 anni), muto, gambe e braccia rattrappite ieri ha fatto i primi passi da solo col deambulatore. Lucy sale e scende le scale, la piaga di Peter nella mano sta guarendo, Sharifa , pigra e apatica, dice qualche parola .

Sconfitte
Sono legate alla miseria morale delle famiglie e così Faustin, cinque anni e possibilità di avere una vita normale, non viene più senza alcuna spiegazione; resterà a sedere per terra, non andrà a scuola e rapidamente anche il suo cervello si addormenterà e noi non potremo far nulla per lui. Ely, compagno di scuola di Mage, che sta in piedi grazie all'amore e al lavoro di Valentina (della comunità di don Benzi) spesso non viene perché la madre , infermiera, non ha voglia di portarlo all'appuntamento , unico contributo che le si chiede.
Le parole e le azioni solidali che incontrano miseria e ignoranza si appiccicano al muro dell'indifferenza e lì muoiono e la loro morte apre sempre una ferita sul volto dell'umanità.

Marta

Marta
Marta è una bambina che è stata all'ospedale tre mesi; Mario l'ha operata per raddrizzarle una gamba e per un problema all'anca, l'abbiamo seguita nella degenza ospedaliera e Giulia ci ha suggerito di ospitarla finché non sarà in grado almeno di stare in piedi . E' con noi da una settimana, è arrivata con la febbre e con il terrore di essere toccata nelle gambe, ora sta fisicamente meglio, ogni giorno esercizi per farla stare in piedi ma è debole, usa pochissimo la mano destra, il recupero è molto lento e si prospetta una permanenza a casa nostra molto lunga. Non sappiamo che fare: rimandarla al villaggio anche se il recupero è parziale per evitare che il rientro sia traumatico o tenerla qua sino a guarigione avvenuta non preoccupandoci del rientro?

Marta, Riccardo, Mage

I volontari IBO
Sono arrivati William e Riccardo per costruire il percorso esterno , siamo felici di averli qua , stanno costruendo dei bellissimi muri pieni d'affetto , muri che non cadranno al primo soffio di vento.Un abbraccio a tutti

Bruna
 ~°~
25 luglio

Carissimi
Il centro diurno è in funzione da due settimane, due settimane d'inserimento individuale, poi a coppie poi a terzetti, due settimane di giri per le strade sterrate alla ricerca della capanna, due settimane di prove, due settimane di fatica e di sorrisi.
Vi racconto dei bambini, di Zula, di Chiara, di Giulia .
Braison ha 12 anni, è orfano ed è vissuto sino a poco tempo fa in un villaggio lontano con la nonna che, ad un certo punto non c'è l'ha fatta più e l'ha portato dagli zii ad Iringa. E' denutrito, mani e gambe rattrappite, schiena curva, occhi strabici, non mastica, non parla, non cammina. Quando è arrivato era catatonico, ma era solo terrore, poi la dada Zula gli ha parlato in dialetto, gli ha dato da mangiare e i Lego e adesso Braison ride, costruisce torri che poi distrugge, batte il tempo su un secchio e ieri ha mosso i primi passi, sostenuto dalla sua voglia di camminare e dalla dada Zula.
Lucy è spastica, il padre se n'è andato e la madre ha tentato tutte le vie per aiutare la figlia, è una bambina difficile, poco collaborativa, urla spesso e fa capricci soprattutto da quando si è trovata assieme agli altri. La madre è un aiuto prezioso e, probabilmente, è proprio il suo occuparsi anche degli altri bambini che scatena la reazione di Lucy.
Ely è un compagno di classe di Mage, viene qua dopo la scuola, è un po' più autonomo degli altri, ha bisogno di fare esercizi e di giocare. Deve la sua autonomia a Valentina (di Giovanni XXIII) che l' ha seguito per anni con costanza ed affetto.

I bambini del Centro
Peter è " una vecchio amico" e come tale si comporta, bimbo solare, collaborativo, ha avuto una palese crisi di gelosia quando si è accorto di non essere più l'unico (come accadeva quando veniva a casa nostra di sabato) ma poi si è adattato bene alla nuova situazione.
Sharifa verrà domani per la prima volta, ha l'età di Mage, non cammina ma un fisioterapista che l'ha vista ha detto che potrebbe camminare se qualcuno si prendesse l'onere di seguirla. La madre deve lavorare e la ragazza sta tutto il giorno seduta a fissare il nulla, parla poco, mangia da sola, puzza di pipì ma forse non è incontinente. Vedremo ….
E siamo a cinque , il numero massimo che possiamo ospitare in un giorno; abbiamo altri casi in " lista d'attesa".
Zula è bravissima , attenta , capace di trovare soluzioni e, soprattutto, tratta i bambini con amore. Il lunedì , il mercoledì , il venerdì sta con i bambini , il martedì , il giovedì e la domenica pulisce la palestra e organizza il lavoro del giorno dopo; siamo stati fortunati a trovare ben due donne che non picchiano i bambini. A proposito delle due dade:  il primo giorno di lavoro di Zula in veste di educatrice (con tanto di grembiule bianco…) la dada Mpendwa si è presentata da me con una storiella che metteva Zula in cattiva luce chiedendo esplicitamente che io intervenissi . Allarme! Non ho né tempo né voglia di gestire le gelosie del personale, idea: farò una riunione nello stile tanzaniano, coinvolgerò entrambe nella discussione sul centro, esalterò il ruolo di entrambe e che Dio me la mandi buona. Ha funzionato.
Chiara e Giulia ( in ordine alfabetico). Sono due future universitarie, giunte qua a distruggere il luogo comune dei giovani menefreghisti. Sono arrivate sabato assieme a Maria , la nostra unica dada italiana, e da lunedì stanno con Peter , Braison , Lucy come se da sempre avessero giocato con bimbi disabili o dato loro da mangiare. La loro presenza fa sì che ogni bambino sia seguito individualmente e così questi primi giorni per ogni nostro piccolo ospite sono dei serbatoi di affetto e di abilità conquistate.
Un abbraccio a tutti

 ~ ° ~
 11 luglio

Carissimi, 
Novità nella casa con le ali.
In questo mese ci siamo dedicati a costruire e ad abbattere, di nuovo alle prese con presunti artigiani, di nuovo costretti a modalità che non ci appartengono. Dell'aula di Mage vi ha raccontato Chiara; lunedì alla ripresa delle lezioni chiederemo al preside di scrivere una lettera di ringraziamento, lettera che sarebbe dovuta essere portata in Italia da Chiara.
Ci siamo risparmiati discorsi e cerimonie ma siamo costretti a rincorrere un ringraziamento scritto.
Uno dei tanti artigiani che hanno frequentato casa nostra (in questo caso si tratta del disinfestatore Chale) ci ha proposto di costruire la tettoia per l'auto, si è presentato con il progetto scritto al computer. Miracolo - abbiamo pensato – si è informatizzato e i calcoli saranno finalmente giusti. Come abbia fatto Chale a sbagliare i conti usando il computer è uno dei tanti misteri tanzaniani. Abbiamo corretto i calcoli, discusso il progetto, pagato un anticipo del 50% (regola non scritta ma nota a tutti); dopo alcuni giorni di lavoro la richiesta immotivata di soldi, risposta negativa e scomparsa dei lavoratori. Nulla di nuovo sotto il sole d'Iringa, ma questa volta non abbiamo neppure telefonato per chiedere spiegazioni: se vogliamo anche noi siamo capaci di aspettare. E sono arrivati sul mio cellulare e su quello di Francesca messaggi con richieste di intercessione presso Lucio per avere altri soldi perché le spese erano aumentate da un giorno all'altro . Silenzio mio e di Francesca finché Chale non si è presentato con una richiesta scritta , alla quale erano allegate le ricevute come prova della fondatezza delle sue pretese . Peccato che , ad esempio , la ricevuta dei chiodi fosse di 20.000 e nella sintesi ci fosse scritto 40.000 .
Lucio non ha sganciato uno scellino e Chale è scomparso a riprova che avevamo pagato abbondantemente i lavori già fatti . Abbiamo chiamato un altro "imprenditore" e con la cifra che restava da pagare abbiamo finito la tettoia e dipinto ad olio le pareti della palestra .
Dipingere la palestra? Ma non è nuova? Già , è nuova ma i colori ad acqua non si possono lavare e sulle pareti erano evidentissimi i passaggi delle mani dei bambini e poi…poi è arrivato il momento di APRIRE IL CENTRO DIURNO.

Il centro diurno: strumenti

Vi racconto con ordine .
Ci sono molti bambini disabili nascosti nelle capanne , lasciati soli nel cortile , ignorati perché gli adulti devono lavorare , perché nessuno sa cosa fare ,perché a volte la solidarietà è un lusso . Qualcuno è stato segnalato a noi ,a Marina , a Valentina , si sono attivati aiuti di vario genere ma non basta pagare per un po' di latte o di riso , c'è bisogno di ben altro , c'è giusto bisogno di insegnare loro a volare. Il progetto del centro diurno è nato a poco poco prima nel nostro cuore e poi nella mente ; ne abbiamo parlato nella riunione dei soci , con gli amici qua e in Italia ,ci siamo confrontati , abbiamo discusso , tergiversato … finchè non è arrivata una mail che annunciava l'arrivo il primo agosto di una fisioterapista che si fermerà a casa nostra per circa venti giorni: i pezzi del puzzle dovevano essere ordinati prima di quella data . Il primo passo è stato contattare una fisioterapista che avrebbe dovuto essere a Iringa : è andata via per terminare gli studi ( quindi non era una fisioterapista) , sgomento poi il suggerimento di evitare le parole che rimandano alla sanità perché inducono i funzionari locali a chiedere certificati impossibili . Seconda riflessione: il Neema (credo di avervene parlato in una delle prime lettere) ha assunto una fisioterapista e sta per aprire un centro gigantesco , se ci sarà bisogno di interventi professionali ci rivolgeremo a loro .
Qui da noi i bambini giocheranno ,ascolteranno musica , cammineranno con le parallele, andranno nello standing, rotoleranno sul rullo , mangeranno un pasto sostanzioso, staranno seduti su seggioline speciali ,soprattutto non saranno più soli.
Zula è diventata la loro dada , si è licenziata dalla compagnia di security e sta imparando a gestire il centro.
La palestra ora è attrezzata per essere indipendente dalla casa; è e sarà, aperta tre giorni la settimana (Lunedì. Mercoledì, venerdì) dalle 9 alle 13.

Il centro diurno: le parallele
Abbiamo pensato di cominciare con un solo bambino, poi di metterne assieme due o tre e aumentare il numero fino ad un massimo sei- sette; ieri è venuta Lucy con la mamma , domani verrà Braison e poi Peter e …. I casi sono già stati scelti e grazie ad Enrico abbiamo avuto anche un colloquio con mister Saidi (quello dei timbri) che ci ha "garantito " il suo appoggio, dopo avermi fregato una penna che gli sembrava particolarmente adatta al suo lavoro.
E ci sarà bisogno di noleggiare un pulmino per andare a prendere i bambini e di un'aiutante di Zula e di materiale didattico e di specialisti e scopriremo nuove esigenze e ci sentiremo inadeguati e saremo impauriti e …. Pole pole assieme a tutti voi il centro crescerà .
Un abbraccio
Bruna & C.

 ~ ° ~
23 giugno 2008

Carissimi
un cantiere è già chiuso perchè i lavori sono finiti!! Abbiamo restaurato l'aula di Mage e costruito la rampa grazie agli amici di Chiara, che così racconta :

LA SPLENDIDA AULA DI MAGE

A tempi di record e' stata pitturata l'aula di Mage. Come vi avevo annunciato con parte dei soldi portati da me (esattamente con la meta') e' stato possibile togliere le barriere architettoniche per la classe "differenziale " dove va Mage, pitturarla e dipingere anche la piccola aula a fianco. Era stata una richiesta del preside (si chiede ai genitori ricchi) e, anche, un'esigenza improrogabile perche' non si poteva entrare con nessun mezzo. Infatti, i bambini con problemi di deambulazione e non accompagnati come Mage, fin dentro l'aula, facevano i gradini in ginocchio o trascinandosi comunque a terra.

L'ingresso prima dei lavori mmmmmmmmmmmmmmm L'ingresso dopo i lavori


                                        
Era un impegno gia' preso e io ho fatto la proposta di non adoperare i soldi dell'associazione previsti, ma di usare parte di quelli che avevo portato io con le vostre donazioni. La fama che Bruna e Lucio si sono fatti di volere le cose senza i tempi africani e di pretendere i lavori quando si paga ha dato i risultati che vedete dalle foto. Ne e' uscita quella che stamattina un cooperante italiano passato di qua ha definito la piu' bella aula della Tanzania.

 Auletta di Mage prima del restauro                Auletta di Mage affrescata

Speriamo che gli insegnanti si adeguino al nuovo e al bello.
PARTICOLARI
Il pittore come vedete da una foto ha disegnato nell'auletta l'alfabeto e i numeri. Non avevo con me la digitale quando ci siamo accorti che aveva saltato il 7, che aveva messo 6 palline col numero 5 e 8 col numero 9. Ha rifatto. La matematica in Tanzania e' un optional, persino al mercato non sanno fare i conti.
La gettata per la rampa e' stata rifatta perche' sul cemento fresco sono passate le mucche e hanno lasciato i segni degli zoccoli (i passaggi delle galline hanno fatto meno danni!)
IL PRESIDE
Non ci ha guadagnato niente perche' Lucio ha trovato gli operai e l'artista e ha pagato direttamente e non e' concepibile che non si guadagni niente da un bianco.
Primo ha fatto dire che si doveva comperare un lucchetto nuovo perche' aveva perduta la chiave , poi ha chiesto un colloquio al quale siamo andate preparate sia in swahili (Bruna) che in inglese (io, oltre che collega) prevedendo gia' le richieste. Ci siamo sbagliate. Pensavamo che avrebbe chiesto la dipintura di tutta la scuola, invece con modo molto garbo ci ha ringraziato e si e' persino sbilanciato su qualche considerazione didattica sull'uso di tante immagini e colori Ha spiegato (ma non chiesto) che l'anno prossimo la scuola deve pensare per i disabili al percorso esterno per andare ai bagni e anche a ristrutturare il suo ufficio che non ho osato fotografare per delicatezza (non lamentatevi ds di questa mailing list!) e ci ha invitato all'inaugurazione dell'aula. Io, Lucio e Bruna sempre coi soliti bluejeans e stessa felpa (tanto come dice sempre Bruna si sa benisssimo chi ha i soldi ) ma la cerimonia e' stata rimandata per un grave lutto che ha colpito un insegnante.


grazie a Chiara e ai suoi amici ora Mage andrà nell'aula più bella di tutta la Tanzania!

un abbraccio
Bruna & C.
~ ° ~
14 giugno 2008 (arrivata il) 
 Carissimi

Sono stata in Italia per un periodo lungo per la nostalgia che lo ha caratterizzato, breve perché non sono riuscita ad incontrare tutti.

Sono tornata ad Iringa con l'amica Chiara, viaggiare in compagnia è meglio che viaggiare da soli (proverbio della Nyumba Ali).
L'accoglienza è stata commovente, ho trovato Lucio e le ragazze in forma, piccoli significativi cambiamenti, le bouganville fiorite, la casa piena d'amici e in pochi secondi ho riallacciato i fili della
quotidianità.

Sono iniziate le vacanze scolastiche ma Ageni deve andare a scuola, a pagamento, per tre settimane per prepararsi all'esame dell'anno prossimo. Come dire " no" quando il direttore afferma che la sesta classe non è preparata (colpa degli alunni), che l'anno prossimo sarà un problema affrontare gli esami, che il sacrificio anche economico è per il bene degli studenti? Alla riunione della scuola, alla quale hanno partecipato Lucio e la dada, nessuno ha fiatato, solo la dada ha avuto il coraggio di dire che se i maestri non saranno a scuola noi terremo Ageni a casa, coraggio impensabile per un genitore tanzaniano ma la dada non è un genitore, non ci rimette nulla e può, per nostra fortuna, parlare senza paura. E così Ageni si riposerà una sola settimana.

Mercoledì inizieranno i lavori nella scuola di Mage: i muratori costruiranno la rampa d'accesso all'aula e un pittore locale la dipingerà; Lucio controllerà i lavori e avrà di nuovo mal di fegato. E' un piccolo contributo della nostra associazione per migliorare la vita scolastica della classe " dei deficienti" come recita la scritta sull'architrave dell'aula.

Ho iniziato a scrivere questa lettera lunedì mattina, ma non sono riuscita a finirla per una serie di motivi che vanno da arrivi inaspettati di persone all'organizzazione delle giornate e oggi, giovedì mattina, riprovo a scrivere. I lavori non sono iniziati mercoledì, inizieranno, forse, oggi; Lucio stamattina è andato via armato di secchi, spatole, cazzuole ecc. e i suoi occhi dicevano chiaramente " povero me! ".

Tra le varie attività della casa con le ali c'è quella di dare supporto alle famiglie che arrivano ad Iringa dai villaggi per far operare i bambini da Mario, le mamme sono spaventate, parlano solo il loro dialetto, non sanno come comportarsi e sono facili prede d'approfittatori e infermieri villani ma qui non esiste il TriBunale dei diritti dei Malati.
Ora sono ricoverati Marta e Mario, sono già stati operati , vedere i loro occhi sofferenti, sentire i loro pianti di dolore mi mette a dura prova; andrò a trovarli con un po' di caramelle e due giocattoli e basterà questo piccolo gesto per rasserenarli.

E adesso sono costretta a lasciarvi : è arrivato un ospite e ho deciso di spedirvi la lettera anche se non è finita .
Un abbraccio
Bruna
Carissimi mi sono accorta due giorni dopo che l'email non era partita!
E così le notizie sono già vecchie ma a pensarci bene è giusto
seguire i ritmi locali anche con l'informatica
Ciao ancora da Bruna

 ~ ° ~
 25/28 aprile
Carissimi

Domani (26 aprile) Lucio tornerà a casa.

E' stato un mese di normalità e d'anormalità, i giorni si sono sovrapposti uno all'altro nell'accompagnare Mage e Ageni a scuola, controllare Viki, fare la spesa, guidare l'autocarroarmato. Ho superato la paura della guida a sinistra, mi sono impantanata due volte tra lo spasso dei locali ma sono anche riuscita a venirne fuori da sola, ho sbagliato pronuncia e vocaboli ma nessuno si è scomposto, mi sono fatta imbrogliare, ho condotto la casa con risate e cipiglio severo ma soprattutto ho sentito la mancanza di Lucio, del dividere responsabilità e gioie, del confronto, della discussione.

Mage ha mostrato un volto inedito fatto di bugie, di testardaggine, di furbizia, è regredita allo stadio capanna-strada-mendicante, in poco tempo ho visto scomparire tutto ciò che aveva imparato, le labbra piegate in una smorfia che le induriva il volto. Un esempio: ha fatto la cacca sul pavimento del bagno, ha cercato di nasconderla calpestandola, si è seduta sul water simulando una situazione normale, mi ha chiamato e ha incolpato Viki del misfatto …peccato che Viki fosse stata sempre con me.
Una Mage diversa, tesa con tutte le sue forze a raggiungere un solo scopo: non mettersi più i tutori, quelli fatti su misura a Dar Es Salaam, quelli che la costringono ad appoggiare il piede in modo corretto e a migliorare la postura. Non è certo gradevole indossarli, sono come un'armatura, richiedono uno sforzo e una determinazione che Mage non ha. E' riuscita a camminare appoggiandosi alla nostra volontà, perché la voglia di farci contenti era una molla fortissima, ora è appagata e non ha nessun desiderio di migliorare. Le ho tolto i tutori ed è ritornata la Mage di sempre.

Che fare? Mi piacerebbe che si scatenasse una discussione come quella sulle elezioni.

Viki migliora a poco a poco ed ogni miglioramento richiede un nuovo controllo, ora gironzola attorno a casa, sale e scende per le rampe, arriva sino al cancello, si alza da sola da qualunque sedia e a tutto questo si accompagna il mangiare i fagioli che Ageni ha piantato, i fiori (orgoglio di Lucio), le matite di Mage, la terra e il rompere i rubinetti e il mettere le mani dentro il water e il togliersi il pannolone e…

Viki piange e urla per esprimere dissenso e richieste, per fortuna di notte dorme e non si è mai ammalata seriamente.

Ageni rifiorisce, ha la giornata piena tra il mettersi il busto, il fare esercizi e compiti, andare a scuola. Mi ha chiesto se so perché non cammina più e le ho detto la verità, alla parola tubercolosi è iniziato il pianto, un pianto silenzioso, profondo, straziante. Qui tubercolosi è ancora sinonimo di morte. E dopo il pianto ha ascolto il nome completo della sua malattia (tubercolosi ossea), sono piovute le domande ed ha iniziato il lento, doloroso percorso dell'accettazione della malattia.
In questo percorso Ageni non è sola, noi, voi l'accompagniamo ma la fatica dei passi, e non solo in senso metaforico, è solo sua.

E' stato un mese dedicato a voi, vi abbiamo pensato molto soprattutto il giorno della festa dell'associazione, ci sarebbe piaciuto farvi sentire il grazie urlato dalla casa con le ali, ma se chiudete un attimo le orecchie ai rumori della vostra vita potete sentirci.

Alcuni amici mi hanno rimproverata perché scrivo poco, è vero, scrivo poco ma è altrettanto vero che ho poco tempo e che alla sera crollo esausta, dopo aver controllato caselle di posta elettronica troppo spesso vuote Come a voi fa piacere ricevere notizie da noi anche a noi piace riceverne da voi, per noi la posta è vitale perché qui si corre il rischio di restare isolati, perdendo tutta la ricchezza dell'avere la finestra aperta sul mondo

Un abbraccio

Bruna

Da molti giorni non funziona Internet e non so quando questa email vi arriverà

 ~ ° ~
7 aprile 2008
Carissimi

Nella nostra vita è entrato anche il teatro, quello vero con copione da imparare a memoria, prove, prima e repliche.
Cristina ed Elena, due caschi bianchi che lavorano in un villaggio della provincia d'Iringa, hanno portato a termine l'impresa titanica di far recitare le bimbe che animano la messa a Mgongo (quelle che vengono a casa nostra una volta al mese…), Mage e Ageni, le bimbe di Francesca e Valentina e due di Marina. Percorso difficile per problemi di lingua, ma anche per la diversa concezione del teatro, per l'abitudine a dire sempre sì e poi dimenticare il sì, per problemi di lontananza e di trasporto, per mille difficoltà che si sono infilate; percorso difficile affrontato con speranza, paura, allegria, sconforto, tenacia. 

Noi ci siamo limitati ad offrire la palestra-palcoscenico, il trasporto da e per Mgongo, due attrici e la merenda, il resto è frutto del lavoro di Elena e Cristina che hanno dedicato le loro domeniche all'idea di mettere insieme un gruppo teatrale con ragazze provenienti da esperienze e luoghi diversi.

Cristina ed Elena, autrici, registe, sceneggiatrici. Tutto
Il primo problema è stato il testo, Elena e Cristina speravano, come insegnano tutti i sacri testi di pedagogia, che le ragazze avessero un'idea, un racconto, una labile traccia: sì vogliamo fare il teatro, sì sì ma poi nulla, silenzi e sguardi vuoti che si animavano solo di fronte a banane, biscotti e bibite. Ho avuto più volte il sospetto che l'adesione fosse legata al fatto che la domenica pomeriggio da noi significa merenda.
L'abbandono dei sacri testi pedagogici ha prodotto un testo scritto in inglese da Elena e tradotto in swahili da Ageni e da me: protagonisti il vento, le nuvole, il sole, la pioggia, i colori, gli alberi.

Il rosso

 

Il sole

Il vento
Abbiamo fatto vedere Il Pinocchio nero per far intuire cosa significa Teatro; la scatola magica di stoffe (regalo prezioso di Fosco e Mirna) è servita per i costumi e pian piano tutto ha preso forma e sostanza.
Il secondo problema, che non ha mai trovato soluzione, era il numero variabile di bambine di Mgongo ed affidare le parti è stato per Elena e Cristina un puzzle diverso da risolvere rapidamente ogni volta.

E una domenica gli sguardi si sono aperti. Ma che fatica far ripeter quattro parole anche se a scuola recitano a memoria, senza capire nulla, pagine e pagine.

Domenica 9 marzo la prima, grande successo, il pubblico ha affollato la palestra e le bimbe sono state bravissime.
Ageni ha il ruolo del narratore e del colore blu, ha avuto crisi di tutti i tipi, capricci per non studiare la parte, provocazioni ma dopo un pianto salutare (provocato da una sgridata da profe che mi è sgorgata spontanea) se l'è cavata benissimo.
Mage e Veronica rappresentavano gli alberi, alberi sorridenti come non se ne sono mai visti.
Che traguardo recitare in carrozzina, avere il coraggio di esibirsi davanti a tanta gente, che bella esperienza condividere un'idea con un gruppo di persone, che gioia trovare nuove amiche…
E la domenica successiva la replica a Mgongo nella grande palestra della Faraja e infine all'aperto a Kihodombi (un quartiere di Iringa) e ogni volta un nuovo pubblico e nuovi spazi scenici.

Ora la compagnia teatrale riposa ed Elena e Cristina progettano il futuro: nuove repliche? Testo ampliato? Canti nuovi?
A tutti noi è rimasta la gioia di vedere le ragazze uscire da schemi logori e tentare nuove, divertenti avventure.
L'arcobaleno (Upinde wa mvua) ha colorato la nostra vita.

Un abbraccio
Bruna
in allegato foto dello spettacolo fatte a Kihodombi all'aperto , sotto la minaccia della pioggia


<iframe width="420" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/Hhbnu4t0X18" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>

La traduzione dello spettacolo 

 ~ ° ~
4 marzo 2008

Carissimi

Venticinque mesi dopo la nostra nascita siamo iscritti all'anagrafe e battezzati.

L'anno scorso, assieme ad Enrico, siamo andati nell'ufficio del responsabile regionale dell'assistenza sociale (mister Saidi), salamelecchi, parole, parole, sorrisi, vengo a visitare la casa all'una, se vuoi puoi mangiare con noi, grazie, bella casa, domani manda un funzionario.
Dopo due mesi d'attesa del domani sono andata a portare i documenti di Viki, domani mando… dopo un mese d'attesa del domani ritorno con i documenti di Ageni, domani vengo a casa tua, dopo altri due mesi d'attesa per favore quando metti il timbro? Domani.
E intanto cresceva il progetto di andare nell'ufficio con le ragazze e di lasciarle lì finché non fosse stato messo un semplice banale timbro sulla documentazione , timbro che ci riconosce legalmente e che ci preserva dalla galera se qualcuno dovesse denunciarci come mercanti di bambini o seviziatori o…
Poi l'idea : arriva dall'Italia la presidente dell'associazione, facciamo un po' di scena , di salamelecchi, un bel po' di inglese, qualche sorriso, il messaggio velato e poi chiaro che senza timbro si chiude e si torna in Italia (rischioso perché usualmente la risposta è "tornate in Italia", messaggio subliminale: "se non ci guadagno niente non me ne importa niente").

Franca e Mr Saidi all'inaugurazione

Franca recita la parte in modo magistrale, Saidi scrocca un altro pasto , poi chiede di incontrare le nonne di Viki e Ageni. Andiamo nel villaggio, parole, cerimonia, firme varie nel registro degli ospiti; Saidi è molto bravo nel ruolo di responsabile e sembra davvero interessato al futuro delle nostre ragazze e della sua nazione. Durante il viaggio in auto trova modo di farci sapere che non ha soldi per mettere la benzina nel suo motorino, vorrei urlare che lui, almeno, ha un motorino e uno stipendio. L'accompagniamo a casa e torniamo ancora senza autorizzazione; altro giro nel suo ufficio, scoperta che non conosce la legge e che ha perso tutta la documentazione che gli abbiamo consegnato, scrocco di altro pranzo e quando io stavo per esplodere le parole tanto attese " va tutto bene ma non ho con me il timbro".
"Hakuna matata! Ti accompagniamo in ufficio in auto così ti risparmi un altro giro sino a casa nostra ". Siamo saltati in auto, Lucio, Franca, Valentina ed io e l'abbiamo scortato sino in ufficio, ci siamo sistemati come falchi attorno alla sua scrivania e finalmente timbro e firma . Dopo nove mesi è nato un timbro , parto faticosissimo.

Il vescovo benedice la casa, seguito da Lucio con il catino dell'acqua benedetta

Il battesimo è stato semplice : siamo andati dal vescovo con Franca in veste ufficiale , abbiamo chiesto se era disponibile per una piccola festa d'inaugurazione della casa e della palestra e tra un'andata in Kenia e l'altra ha trovato spazio per noi .

Valentina consegna l'invito per lo spettacolo                 Il buffet della festa
Lunedì 25 febbraio abbiamo festeggiato in palestra con un abbondante buffet organizzato da Franca, Valentina e Giancarla, ricco di torte preparate da Marina, Francesca, Elena, Cristina e Barbara. Il vescovo, armato di un ramo di un albero del nostro giardino, ha benedetto tutto ; è stata una bellissima festa alla quale ha partecipato, tutto compunto, anche Mr Saidi . E' giunto, affranto, trascinandosi il motorino bucato che ha lasciato a casa nostra ; il giorno dopo Lucio l'ha accompagnato con l'auto ad aggiustare la gomma e il povero funzionario non aveva i duemila scellini necessari .
Abbiamo pagato una ridicola tangente per un ridicolo timbro che ci ha tolto un po' serenità per tanto, troppo tempo .
Un abbraccio
Bruna

 ~ ° ~
13 febbraio 2008
Carissimi

siamo andati al mare. Mage guardava affascinata tutta quell'acqua che "viene e va" ; Viki la beveva con gusto e Ageni ci si tuffava dentro.
Abbiamo vissuto da veri vacanzieri: lettini , ombrellone, pranzo sulla spiaggia, il cameriere che porta le bibite, sabbia bianca, palme e cielo azzurro. Ageni non voleva spogliarsi e andare in acqua ma poi non voleva più tornare sulla terra e nuotava sott'acqua finalmente uguale a tutti gli altri ; Viki ha ingoiato almeno due litri d'acqua e due chili di sabbia; Mage,sempre a bocca spalancata per il ridere, più di una volta ha corso il rischio di affogare.
E la domenica è stata da incorniciare. Gli amici di Dar ci hanno aiutato a mettere le ragazze su una piccola barca per raggiungere un'isoletta nella quale abbiamo trascorso una domenica indimenticabile; durante la traversata Ageni era terrorizzata, Viki indifferente, Mage allegra; che gioia vederle nell'acqua, sentirle ridere, guardare Viki " sguatterare" come tutti i bimbi piccoli, strana neonata col costume riempito di sabbia e di due prosperosi seni.

Viki sulla spiaggia       Mage ed Ageni in mare
A Dar abbiamo alloggiato nell'ostello del Cefa, Dario e Marina (gestiscono l'ostello) con la loro calda accoglienza ci hanno fatto sentire a casa.
Siamo andati nell'ospedale CCBRT per far fare un busto ad Ageni e un nuovo tutore per Mage e all'aeroporto per accogliere Franca e Valentina . Ora un pezzo della Nyumba Ali abita qua e mette le foto ( album fotografico) con modalità e tempi tanzaniani all'indirizzo http://journals.worldnomads.com/fam.

Un abbraccio a tutti
Bruna Lucio MAV

~ ° ~
 16 gennaio 2008

Carissimi,

un po' di storie.
Stiamo aiutando Diana , una bambina down con problemi al cuore, abbiamo pagato le medicine e le spese per andare all'ospedale a Dar Es Salaam, è una dolce bambina di 12 anni che vive coi genitori e coi fratelli in un villaggio vicino a Iringa , il padre è maestro e si è dimostrato attento, responsabile, riconoscente.
Un venerdì mattina si è presentato con Diana elegante e pulita, convenevoli , tè e poi è venuta fuori la richiesta di tenere Diana a casa nostra fino a domenica sera. Qualche grosso problema? No , in famiglia avevano deciso di lasciarla da noi tre giorni senza chiedere se c'era posto, se eravamo d'accordo, se… Per ringraziarci ci regalavano il pacco dono con dentro una bambina di cui non sappiamo nulla. 

La sorellina minore di Ageni/Faraja

Siamo riusciti a dire no, più per sconcerto che per riflessione, discutendo poi con la dada è venuta fuori la spiegazione più attendibile : tre giorni, poi una settimana e alla fine se la sarebbero dimenticata qua. E ci è venuta in mente Maria , la bambina che viene a casa nostra tutti i sabati, che un giorno si è presentata col suo fagottino perché i suoi genitori le avevano detto che sarebbe rimasta da noi per un po'.
Avere in famiglia le Maria e le Diana è estenuante, difficile , è umano volersi liberare di un bagaglio pesantissimo dimenticandolo in una casa ricca e confortevole. Noi non siamo qua per raccogliere e stivare pacchi ingombranti ma per cercare, assieme alle famiglie, di renderli più leggeri.

La vigilia di Natale , all'imbrunire , è arrivata a casa nostra la nonna di Ageni con tre sue sorelle , avevano affrontato un lungo e faticoso viaggio per essere presenti al battesimo e l'indomani la nonna e la sorellina piccola hanno reso davvero familiare la festa. Le altre due bambine non erano presenti alla cerimonia perché erano andate nell'orfanotrofio di Tosamaganga per " fare un po' di vacanza". Vacanza all'orfanotrofio? La più grande è figlia del padre di Ageni, è stata per quattro anni all'orfanotrofio prima di essere accolta nella nuova famiglia e da allora per Natale ritorna sempre dalle suore dell'orfanotrofio e porta con sé una sorella o due.
Storie tanzaniane che noi non sappiamo neppure raccontare. Dopo alcuni giorni, sempre all'imbrunire, sotto una pioggerella insistente le due bambine si sono presentate al cancello dicendo di aver perso la corriera , gioia di Ageni nel rivedere le sorelle, aggiungi due posti a tavola , riassetto dei letti , cena e ascolto furtivo delle risatine provenienti dalla camera da letto . Le due bimbe erano imbarazzate,
curiose, stupite di fronte a tante novità, silenziose, spaventate; Ageni e Mage le hanno rincuorate e assistite da vere padrone di casa. Alla mattina doccia, colazione e ritorno al villaggio. Qua si dice che l'aver perso la corriera sia una scusa per fermarsi da noi e se anche fosse? Abbiamo regalato a due bambine una cena a tavola con piatti, posate e bicchieri, un letto con lenzuola e coperte , doccia con acqua calda e sapone profumato, un po' di ore di gioco e abbiamo ricevuto sorrisi stupendi.

Ci sono venuti a trovare molti amici vecchi e nuovi : Serena, Paolo, Damiano , Elisabetta, Giulio, Sonia , Marina e abbiamo provato la gioia del benvenuto e l'amarezza dei saluti , ognuno ha lasciato un'impronta in casa e nella nostra storia. Mage accoglie tutti con sorrisi strepitosi e poi da vera principessa si ritrae ed osserva; Ageni conquista lentamente la scena e poi non la lascia più; Viki si
fa coccolare regalando gorgheggi e leccatine. Il nostro ultimo dell'anno è finito alle 11 di sera con un brindisi assieme a Elisabetta, Giulio e Sonia , nessuna nostalgia di cenoni e feste in piazza, qui c'è spesso aria di festa , allegria e tavola imbandita .
Lunedì Mage e Ageni sono tornate a scuola e la nostra giornata è di nuovo scandita da orari che noi , da veri wazungu , rispettiamosottoponendoci a quotidiane delusioni . Oggi, ad esempio, Lucio è andato a prendere Ageni alle due di pomeriggio ( orario ufficiale di
termine delle lezioni) e l' ha trovata sola davanti alla scuola
chiusa perché i maestri,e gli studenti, se ne erano andati via,
senza alcuna ragione, all'una e mezza .

Voi godetevi il freddo mentre noi ci godiamo la pioggia che a volte è un diluvio.
Un abbraccio
Bruna Lucio Mage Viki Faraja