2009
Notizie dall'Africa 2009
26 dicembre
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Il nostro anniversario di nozze . Siamo andati in un ristorante indiano molto chic : tovaglia di cotone, vere posate, bicchieri di vetro e vista superba sulla città . Il quotidiano diluvio ci ha obbligati ad abbandonare la veranda con vista panoramica, all’interno l’ambiente era confortevole e di gusto. Ageni e Mage si guardavano attorno, Viki era indifferente a tutto se non ad arraffare il cibo nei piatti altrui approfittando di momentanee distrazioni. I padroni del locale hanno offerto il pranzo alle ragazze . E’ la prima volta che, fuori casa, troviamo una solidarietà così concreta.
E voi ? avete già archiviate le feste natalizie e ripreso il correre quotidiano? State già soffrendo di nostalgia per i giorni non scanditi da orari ? Se le cercate le feste sono ancora dentro di voi. Un abbraccio Bruna
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25 dicembre |
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"Natale con i tuoi" e i nostri sono gli amici che sono rimasti a Iringa . Messa a Mgongo e poi grande tavolata in palestra, miscuglio di cibi, di colori e di lingue. Menù: pollo e patatine (da asporto…), insalata di pomodori, torrone e la torta di riso cucinata da Ageni, vino, bevande varie, caffè. Ecco altre foto: |
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24 dicembre | |||||||||
Possiamo osare una vigilia natalizia che ci colleghi col pensiero agli amici in Italia , con la nostra infanzia, con i nostri sogni , con il futuro africano , con l’essere umano senza altri aggettivi?
Osiamo .
Ingrid e Giovanni, amici e vicini di casa , sono i promotori dell’idea di fare il presepe col pongo, io e Mage mostriamo subito la nostra incapacità strutturale, ma nella casa con le ali nessuno è lasciato solo con la propria disabilità: Mage colora il pavimento della capanna ,sul quale appiccico fiorellini improbabili e alla fine ho il coraggio di modellare (verbo improprio) un cane-cavallo che rivendica il diritto di entrare nella grotta .
Maria con la pettinatura afro è opera di Ageni.
Lucio propone una vigilia coi tortellini , anzi coi cappelletti. Idea stupenda, ma chi ha mai preparato il ripieno? Dopo vari litigi su cosa mettere nel ripieno ( le nostre madri ferraresi sono di due scuole diverse di pensiero ) a decidere è ciò che troviamo al mercato .
Che ansia! che follia preparare a Iringa il primo ripieno della mia vita! Negli occhi immagini delle tavolate di persone intente a chiudere i cappelletti , nel cuore serenità velata di nostalgia, nelle orecchie la mia voce che teorizzava l’inutilità dell’apprendere l’arte del ripieno. Attribuzione dei compiti : io a fare la pasta con la macchina, Lucio a tagliare e a mettere il ripieno , Giovanni e Ageni a chiudere . Sul fornello il brodo (si’ il brodo vero con carne e pollo e odori vari ,mancava solo il sedano), i cappelletti messi a seccare in fila perché bisogna sapere quanti ne sono stati fatti . Ma perché bisogna contare i cappelletti e non, per esempio , le penne o i maccheroni ? Mistero che neppure la mia seconda vita africana ha chiarito. I cappelletti tanzaniani, di fronte a quelli delle nostre mamme, avevano di sicuro dei difetti ma erano proprio buoni. Io mi sono beccata la “golosa”, cioè un cappelletto ripieno solo di pasta ma non ho nascosto l’infamia, ora sono in grado di sopportare l’onta. Ingrid ha cucinato un dolce dal nome impronunciabile, una delizia di cioccolato, una tenerina da mangiare calda assieme al gelato. Vigilia succulenta,allegra, ricca d’affetto. |
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24 dicembre |
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Bruna Lucio Mage Ageni Viki , le dade e i bambini del centro diurno vi augurano un Natale e un nuovo anno che abbiano il sorriso di Zawadi e Elia sull'altalena
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20 dicembre | |||||||||
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?? 2009 | |||||||||
Carissimi
Vorrei raccontarvi di Alessandra, Valeria, Sabrina, Chiaraluna,Marco, Silvia,Francesco, Federico, Giulia La Kwanza, Giulia Fisio, Cristina, vorrei raccontarvi di un inverno ricco di incontri, di idee, di progetti . E’ iniziato con Alessandra, volontaria Ibo, che ha organizzato il lavoro nel centro diurno, incominciato il percorso di formazione delle dade e insegnato la ricetta della pizza in teglia. Sabrina e Chiaraluna hanno proseguito il percorso formativo delle dade, oggetto della loro tesi, assistite dalla grande esperienza ,e dal grande cuore, di Valeria; da loro abbiamo imparato non solo le parole tecniche. Marco e Silvia hanno sperimentato, per la prima volta a Iringa, un corso d’aggiornamento di matematica e fisica per insegnanti: niente lezioni frontali, frasi da copiare e da ripetere a memoria ma esperimenti , problemi , riflessioni , domande senza le risposte da segnare con una crocetta. Francesco, figlio di Silvia e Marco, è stato un prezioso compagno di giochi per Ageni , un simpatico aiutante di Federico , un attento estimatore di Viki e un ritorno all’adolescenza per me .
Potete vedere le imprese federichiane su you tube (cercate nyumba ali o video di Baba Twiga), le immagini vi faranno intuire il significato del suo soggiorno nella Nyumba Ali. Giulia La Kwanza è ritornata per regalarci amicizia, affetto e per aiutarci a capire il grande mistero di Viki, la difficile esistenza di Ageni e il mondo interiore di Mage, il suo aiuto non viene dallo studio ma dalla capacità di condividere il nostro quotidiano. Giulia Fisio ritornata dopo un anno per vedere i progressi dei “suoi bambini”, ha completato l’impostazione del centro che aveva iniziato l’anno scorso redigendo tutte le schede, bagaglio prezioso per il lavoro futuro, travolgendoci tutti quanti col suo entusiasmo. E l’inverno si è chiuso con Cristina tornata dopo un anno di servizio civile presso ALM, Cristina che assieme a Elena, l’anno scorso ha messo in piedi lo spettacolo teatrale Upinde wa mvua,è ritornata per vedere gli sviluppi del centro che ha visto nascere e per raccogliere materiale da proporre per la tesi magistrale. Un inverno con la tavola allungabile , spaghetti e pizze per consolare stomaci poco amanti di polenta e fagioli , una tavola luogo di incontro e di risate e di giochi e di progetti per rivoluzionare il nostro ( e il vostro) mondo. Un inverno da ricordare. Un abbraccio |
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22 ottobre 2009 | |||||||||
Viki parla In un pomeriggio di ottobre Viki si esibisce in un lungo discorso |
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7 ottobre | |||||||||
Zawadi Zawadi scrive il suo nome e quello della madre su una tavoletta-tastiera |
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?? 2009 | |||||||||
Carissimi Mama Stevin se ne è andata, è andata a vivere in un ‘altra città assieme al suo bambino. Era arrivata da noi con Stevin sulle spalle, indurita dalla cattiveria di una tradizione che la ritiene responsabile della disabilità del figlio. Per aiutarla a dipanare il nodo di sofferenza e di rancore è nato il gruppo delle mamme che si raduna una volta al mese per parlare della vita con un figlio disabile. Mama Stevin è andata a Dar Es Salaam , ha denunciato il fisioterapista che chiedeva soldi per trattare suoi figlio. Mama Stevin è una piccola donna che ha trovato il coraggio di dire basta alla corruzione. Lentamente ha iniziato ad accarezzare suo figlio, ad accudirlo e a guardarlo con amore, è sua la foto che chiude il filmato “fiori nel prato” pubblicato su you tube. E’ stata scacciata dal marito, è andata a vivere con una zia, poi il marito l’ha ripresa in casa e lei era contenta di avere almeno una protezione economica, ma il denaro non basta a sopportare offese, botte e angherie. Mi ha chiamato in disparte e mi ha detto “non si può vivere senza pace, vado da mio fratello che vive lontano da Iringa, vado via con mio figlio“. Mama Stevin ha ritrovato la sua dignità, ha scelto il figlio, ma dove è andata non c’è alcun aiuto per un bambino con paralisi cerebrale. Vederli andare via è stato un grosso dispiacere, accompagnato dalla preoccupazione per il futuro del bambino e dalla soddisfazione di aver contribuito al riscatto di una donna. Tutti voi conoscete Zula , la guardiana diventata dada nel centro diurno ; Zula , protagonista della storia di una gravidanza “invisibile”, è stata una presenza costante nella nostra vita africana. Giovedì scorso mi ha telefonato la sorella dicendomi che Zula non poteva venire a lavorare perché doveva andare alla polizia e poi all’ospedale. Polizia? Ospedale? Le parole in swahili sono inconfondibili, non avevo capito male, ma ancora mi sfuggiva il senso, è caduta come sempre la linea (in realtà chi telefonava non aveva più credito), ho richiamato e ho avuto i particolari : durante una lite, scaturita perché il marito si rifiutava di contribuire al mantenimento dei figli, è stata colpita con il macete alla mano destra. Zula è stata ore nella sede della polizia (secondo la legge locale prima d’andare all’ospedale bisogna fare la denuncia alla polizia), ore all’ospedale prima di essere medicata e alla fine della giornata aveva preso la decisione di lasciare il marito.
Storie normali di donne normali, storie di violenza , di sofferenza, di annullamento e, forse, l’unico modo per sopravvivere è chiudere il cuore e la mente, cancellare sentimenti e preoccuparsi di non perdere la strada che tutti dicono essere giusta. Un abbraccio |
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20 agosto | |||||||||
Grazie a Federico Benuzzi, Iringa è diventata più allegra. Guardate su you tube la seconda puntata della passeggiata in monociclo
Un abbraccio a tutti Bruna
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13 agosto | |||||||||
Carissimi
Un abbraccio a tutti Bruna |
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27 luglio | |||||||||
Carissimi Alcuni lunedì fa abbiamo portato tutti i bambini del centro, accompagnati mamme e nonne, a prelevare il sangue per il controllo HIV. Che spettacolo quel pulmino che scaricava tutti quei bimbi chiaramente diversi dagli altri bimbi, che spettacolo la fila davanti all'ambulatorio. Urla di paura e gli infermieri che non sapevano come fare con un bimbo che non parla , non cammina e non comanda gli arti e poi il ritorno a casa per quelli più piccoli e la solita giornata nel centro per gli altri. Nessun bambino è seriopositivo, i risultati mi sono stati consegnati al pomeriggio accompagnati da "stai tranquilla , sono tutti sani". E se uno fosse stato ammalato? Probabilmente l'avrebbe saputo tutta la città, la privacy è parola che qua non esiste. E' stata da noi Alessandra , volontaria IBO che ha continuato la formazione delle dade e il lavoro con i bambini; è stata una presenza serena, attenta, coinvolta in ogni momento della giornata; siamo andati con lei al Parco Ruaha e ci siamo goduti una giornata tra zebre e giraffe. Il lavoro di formazione prosegue con Chiaraluna e Sabrina , le due laureande in fisioterapia dell'Università di Firenze e con Valeria tutor straordinaria. Sabato arriverà Federico per regalare sorrisi di gioia con la giocoleria, il 12 agosto le due Giulie ( attendiamo da un anno il loro ritorno). |
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12 giugno | |||||||||
Carissimi, Il centro diurno è aperto cinque giorni la settimana, abbiamo diviso i bambini in due turni e per ora funziona senza grossi problemi,
Vi racconto dei bambini del turno di Zawadi.
Peter, il veterano, è sempre sorridente e quando può rivendica una sorta di primogenitura. Miglioramenti? Non ha più la piaga nella mano destra, comunica i bisogni fisici e non solo, è più concentrato, è un bambino felice e regala a tutti noi la sua serenità.
Elia controlla a fatica gli arti superiori, non parla, capisce e comunica a gesti; non va più a scuola (classe di Mage) perché la madre non l’accompagna nonostante carrozzina e strada asfaltata non lontana da casa, ama giocare a pallone e fare la lotta con Zawadi. Cammina tra le parallele, si alza in piedi con un equilibrio precario e con l’aiuto delle dade sta imparando a riconoscere numeri e vocali. Elia potrebbe imparare a leggere e a scrivere, ma non c’e’ la collaborazione della famiglia e tre giorni la settimana sono pochi per cancellare anni di vuoto.
Lucy è come Elia ma con un buon controllo del tronco e scarse capacità intellettive, all’inizio piangeva molto nonostante la presenza costante della madre, ora è tranquilla, gioca, fa gli esercizi. La madre da due mesi lavora da Francesca, dopo anni di simbiosi totale con la figlia può sentirsi meno diverse dalle altre donne. E’ stata un aiuto prezioso per l’avvio del centro, ne sentiamo la mancanza ma pensiamo che il suo lavoro sia un successo del centro diurno.
Pliva è arrivato con la mamma da pochi giorni, sta in piedi a fatica, non parla e per ora l’obiettivo è l’inserimento.
Beta da una settimana è a casa con la varicella e ci aspettiamo un’epidemia tra i bambini del centro. Beta non è in grado di fare nulla, la teniamo controllata mentre gironzola ovunque ripetendo “ a dopo, posso entrare? mama”, sembra riconoscere il luogo ma forse è una nostra speranza. Per lei non possiamo far altro che tenerla lontana dalla strada.
Happy, piccolo scricciolo spaurito di otto anni fisicamente non ha nulla di grave, probabilmente la malnutrizione/denutrizione le ha provocato danni irreparabili. E’ aumentata di un chilo, gioca, sorride e tenta persino di ballare, ogni tanto ce la troviamo davanti alla porta di casa a cercare le coccole e i biscotti cui Chiara l’aveva abituata.
Vedere Elia e Zawadi lottare sul materasso, Pliva e Peter imitarli. mentre Lucy serafica gioca con i Lego è come godersi il panorama dall’alto, è come scartare un regalo e le fatiche si stemperano e le difficoltà si attenuano.
Oggi è arrivata anche la sorella di Zula col suo bambino , il quadro era completo e ve lo invio in allegato
Un abbraccio
Bruna |
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27 maggio | |||||||||
Carissimi cerchero’ di farvi intuire cosa significa essere disabili qua a Iringa.
Grava sulla madre , ritenuta responsabile della nascita di un figlio diverso, la condanna all’isolamento sociale; grava sul figlio l’essere spesso considerato figlio del demonio. I padri quasi sempre scappano abbandonando madre e figlio indegni e spesso scappano anche le madri, abbandonando la prova della loro indegnità nelle mani di nonne che non possono fuggire. In un mondo perennemente in cammino chi non può camminare e’ condannato all’isolamento, in un mondo che lotta per la sopravvivenza, chi non puo’ badare a se stesso e’ condannato all’oblio. Accade anche che il disabile impari a tendere una mano, a trascinarsi sulla strada e a sorridere diventando fonte di guadagno per l’intera famiglia, o che sia preda di fanatici, convinti che basti un pezzo del suo corpo per guarire dall’aids . Michael Mwanzalima Mateso all’eta’ di tre anni si e’ ammalato di poliomielite e da allora si muove con le gambe ripiegate sotto il corpo facendo leva su una mano , e’ come se avesse solo il tronco . Michael ha voluto studiare, ha voluto, e vuole, avere una vita normale, con tenacia, coraggio, determinazione si e’ laureato a Dar Es Salaam e con tenacia , coraggio, determinazione si fa portavoce di un messaggio di speranza per i disabili tanzaniani. Ora lavora in un progetto del Cefa a Dar Es Salaam e dobbiamo a Marina e Dario , i responsabili italiani del progetto , la sua venuta a Iringa per tenere un “ seminario” sulla disabilita’. Abbiamo invitato i genitori dei bambini che frequentano il centro e …. sono venute tutte le mamme, piu’ persone a noi sconosciute che avevano sentito la notizia. Michael ha raccontato la sua storia , ha parlato di dignita’ , di diritti , della necessita’ di sostenersi a vicenda e mentre parlava i bambini del centro bevevano latte, giocavano , camminavano tra le parallele, venivano accompagnati in bagno.
Un abbraccio p.s. MATESO vuol dire sofferenze, afflizioni, dolori, persecuzioni, avversità e mateso ya Kristu è la passione di Cristo, quando uno ha un nome beneaugurante… |
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6 marzo 2009 | |||||||||
Carissimi, Braison era un bambino fragile a cui non era stato risparmiato nulla, quando l’abbiamo visto per la prima volta ci siamo detti "questo bimbo morirà presto di denutrizione o di una qualsiasi banale malattia“ . Sono passati giorni, settimane, mesi e Braison è ingrassato , ha iniziato a camminare, a ridere, a giocare con i Lego, a battere sul tamburo e noi abbiamo rapidamente dimenticato l’amara previsione. L’ultima volta che e’ stato da noi ha mangiato poco, non ha giocato, non ha sorriso; e’ difficile capire dove sta il male in un bambino che non parla e che, improvvisamente, sembra non voler più comunicare . Era qua, casualmente, un’infermiera italiana che l’ha visitato, gli ha misurato la temperatura ( normale) non sapendo neanche lei che fare; è tornato come sempre a casa sul dala-dala e la domenica è morto. Non sono capace di urlare modulando la voce in una nenia funebre, non conosco le parole di circostanza e con la kanga sono ridicola ma con l'aiuto delle dade ho affrontato dignitosamente il ruolo che mi e’ stato assegnato. Il dolore mi ha impedito di guardare i funerali con gli occhi disincantati di chi sa di essere protagonista di un documentario sull’Africa Nera. Maurizia e’ giunta da noi sull’onda di Beta (sono della stessa famiglia), la mamma sperava di potersi riposare tre giorni alla settimana e ne aveva il diritto dopo anni e anni dedicati alla figlia, capace solo di sorridere e di toccare lievemente il viso di chi le stava vicino . Sono arrivate entrambe assieme agli altri, Maurizia profumata nel suo vestito della festa , la mamma imbarazzata per l’ambiente nuovo e quando Maurizia si e’ inspiegabilmente assopita ho chiesto alla madre se prendeva qualche medicina . Ho ancora nelle orecchie la risposta : le ho dato una dose doppia di fenobarbital (medicina che cura l’epilessia , la stessa che prende Viki) perché era agitata e non volevo che facesse brutta figura. La mamma non sapeva, e non sa, che quella medicina in dosi eccessive porta alla “ morte dolce” , la stessa di Marylin Monroe. Maurizia e’ morta di ignoranza e di paura delle brutte figure. Sfortuna , la parola che ho sentito di più in questi casi , sì, è una grande sfortuna nascere e vivere in certe parti del mondo . Lunedi’ si e’ presentata al cancello la sorella maggiore di Maurizia, Cosa mai l’aveva indotta a venire sino a casa nostra sotto un sole implacabile? E’ stata operata di recente al cuore e si sta riprendendo a fatica; io, me ne vergogno, ho pensato che non sarei stata capace di reggere un’altra corsa con una moribonda in macchina . Sono state con noi per tre settimane Bea e Serena, neolaureate in Chimica e tecniche farmaceutiche; mi hanno aiutato a condurre casa e centro, hanno condiviso la sofferenza delle morti, si sono serenamente e intelligentemente confrontate con questa realtà; sono state un grande dono che mi ha permesso di affrontare col sorriso l’assenza di Lucio . I giovani che sono stati qua, nella diversità delle motivazioni e dei compiti , sono la risposta a tutti i convegni e gli editoriali sui problemi giovanili; forse rappresentano una minoranza , forse sono casi eccezionali …ma con le loro mani solide e i loro cuori disponibili costruiranno altre case con le ali , case invisibili e robuste. Domenica tornera’ Lucio. Rivivrò assieme a lui incontri, le cene ,chiacchiere che hanno allietato il suo soggiorno italiano e ricuciremo i fili della nostra quotidianità. Un abbraccio |
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17 febbraio | |||||||||
Carissimi Domenica 15 febbraio Braison e' morto e oggi e' stato sepolto in un piccolo camposanto. A casa mi aspettavano Mage e Viki affamate , Serena e Bea attonite, i bambini e le mamme del centro con domande a cui non sapevo e non so rispondere. Torno a casa , non mi accorgo neppure delle buche che di solito mi terrorizzano, dopo dieci minuti riparto per l'ospedale e lungo la strada incontro mama Lucy e Zula che se ne stanno tornando a casa perché' Maurizia e' morta. E' stata con noi un'ora sola , il tempo di accarezzarci sul viso e poi se ne e' andata per sempre. E domani ci sara' un altro funerale. Bruna |
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31 gennaio | |||||||||
Carissimi, tra il dire e il fare c'e' di mezzo il mare, Sono felice di non dover imparare il nuovo psico-didattic-imprenditorial linguaggio con cui riflettere sulla propria esperienza; di fronte a "dichiarato progettuale" ed "esperito esistenziale" i proverbi popolari sono ancora capaci di suggerire spunti di riflessione. Juliet e Stevin sono i più' piccoli del centro diurno, (otto mesi, un anno e mezzo ), li abbiamo mandati con le mamme a Dar Es Salaam nell'ospedale CCBRT dove resteranno quindici giorni per imparare gli esercizi . L'atollo raggiunto è l'organizzazione del viaggio perché per le mamme dei villaggi Dar è come L'Eldorado. Mercoledì prossimo partirà mama Lucy con Lucy ; questa attività non era prevista , ma molto di ciò che facciamo non era nel dichiarato progettuale. Sono arrivate Maurizia, Cinzia ed Anna e quando si riuscirà a cantare all'unisono se ne andranno… |
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9 gennaio 2009 |
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Carissimi
Malaria si' o malaria no? Nicola visita Ageni , consiglia di rifare il test rapido in casa , se e' ancora negativo non e' di sicuro malaria , molto probabilmente e' infezione urinaria , tipica di chi e' incontinente e paralizzato, c'e' un antibiotico adatto , in casa abbiamo solo due pastiglie ma sara' possibile trovare in farmacia il principio attivo. Lo so che adesso direte che e' uguale anche da noi , che gli scandali nella sanita' sono all'ordine del giorno , che le ditte farmaceutiche sono societa' a delinquere eccetera eccetera , tutto vero, ma cio' che fa la differenza e' la percentuale di persone corrotte e disoneste . E adesso notizie sulla salute di Ageni, piu' importante di ladri e farabutti : oggi sta meglio , da alcune ore e' senza febbre. Un abbraccio a tutti voi Un abbraccio |
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