1 Luglio 2007
Carissimi Abbiamo il giardino devastato dagli scavi e il cuore felice. Siamo stati in un villaggio sperduto, raggiunto solo grazie al fuoristrada, per conoscere una bambina di nome Viki. Era impossibile arrivare alla capanna con la carrozzina; abbiamo lasciato Mage a guardia dell’auto e ci siamo inoltrati tra le stoppie del mais.
Là in terra una “Mage”. La storia è la storia di tanti bambini africani: genitori morti e la nonna a badare ai nipoti (sei figli morti su otto), nonna che alla domanda “ cosa ti aspetti da noi?” non sapeva rispondere. Noi seduti su uno sgabello traballante, una dottoressa italiana e una africana come mediatrici-traduttrici e a distanza giusta per ascoltare tutti gli abitanti delle capanne vicine.
Quando la nonna ha capito che si prospettava per sua nipote una casa e un’ assistenza, ha detto che accogliere sua nipote era un lavoro troppo duro per noi wazungu. Già noi non siamo capaci di aprire un cancello, di cuocere la polenta, di camminare con un secchio in testa, di salire su un albero a raccogliere la frutta, di lavare i panni nel fiume… Viki ha 14 anni, cammina poco e male, ci sente ma non parla e, come Mage, accoglie tutti sorridendo. Siamo tornati a casa, ci abbiamo pensato un’intera notte, abbiamo chiesto alla dada Mpendwa se era disponibile ad un carico maggiore di lavoro, ci siamo consultati con Enrico, con Francesca e abbiamo deciso di prendere Viki a vivere qui. La reazione di Mage è stata positiva, le abbiamo mostrato la stanza nella quale dormirà con la nuova amica, ogni giorno le ricordiamo che presto arriverà Viki, la dada le fa notare spesso come sarà bello avere qualcuno con cui giocare e Mage aspetta assieme a noi il consenso del responsabile del villaggio per andare a prendere Viki. A proposito di consensi: Enrico ci ha presentato al responsabile regionale dell’assistenza sociale, un ufficio fatiscente, carte ammonticchiate sul tavolo, vengo a vedere la casa alle 13, benvenuto a pranzo da noi, grazie. Pranzo africano, visita rapida alla casa, poche domande e poi “ torno con un responsabile del settore disabili” e chissà quando mai sarà il ritorno. Noi, in ogni caso, abbiamo iniziato l’iter per avere l’autorizzazione ad accogliere i minori, non solo per essere tutelati ma anche perché è giusto chiedere “ posso ?” quando si entra in casa d’altri.
La settimana appena finita è stata la settimana degli scavi e dell’arrivo in casa di Federica una volontaria italiana che ha lavorato per tre anni con Cefa e che ora lavora come consulente per un progetto Cuamm; Mage era felice della nuova presenza in casa, oggi Federica è partita per un villaggio lontano lasciando un pezzo di speck nel frigorifero e un vuoto in casa. I progressi di Mage continuano, ogni giorno cammina avanti e indietro nel corridoio che Lucio ha trasformato in minipalestra, incastra mattoncini in modo sempre più elaborato, chiacchiera con la dada e con me ma soprattutto ride felice per qualunque cosa; emergono in modo imprevedibile spezzoni del suo passato e sogni, sogni semplici come quello di andare a piedi al mercato per comprare frutta da regalare a Federica o di andare a messa con le scarpe o d’ avere le treccine nei capelli.
Quest’ultimo desiderio è già stato realizzato: alcune ore di lavoro della dada e adesso Mage sfoggia treccine di cui è molto orgogliosa. I lavori per le fondamenta della palestra proseguono velocemente(!), sabato ben 13 operai per costruire lo scivolo di collegamento palestra-casa ; ogni giorno arrivano camion di sassi , di ghiaia ,di cemento e di ferro e ogni giorno osservo una donna che trasporta sulla testa secchi di sabbia, di malta , di sassi e so di essere una donna fortunata.
24 Luglio 2007
Carissimi,
nella casa con le ali è arrivato il ciclone Viki, siamo sopravvissuti solo grazie alla presenza degli amici che ci stanno aiutando a ritrovare i pezzi dispersi. Non abbiamo tempo per scrivervi ... scusateci , non appena possibile i dettagliun abbraccio Bruna carissimi abbiamo bisogno del vostro aiuto , quella che segue è una descrizione , il più possibile oggettiva, di Viki che si è rivelata diversa da come ci era stata presentata.
Adesso però è qua e vogliamo provare a ridarle dignità di essere umano. Viki non parla, emette qualche suono indecifrabile simile a quelli dei neonati quando si sveglia , non siamo certi che ci senta bene e che capisca il senso della parole. Cammina con difficoltà tenendo le gambe rigide e allargate come una persona anziana, per muoversi gattona come faceva Mage; l’ortopedico non ha trovato alcun problema nelle articolazioni.
Dal punto di vista clinico, a parere del dottor Nicola, non ci sono problemi evidenti; non è denutrita. Si mette in bocca qualunque cosa e sembra questa l’unica modalità di contatto col mondo, usa le mani solo per afferrare tutto ciò che le capita a tiro e che porta immediatamente alla bocca; mangia e deglutisce correttamente ma non riesce a bere da un bicchiere: si riempie la bocca di liquido e sembra non essere capace di inghiottirla.
La descrizione più realistica anche se brutale è che lappa il mondo che la circonda.
E’ incontinente.
Non sappiamo se ci riconosce ma non è spaventata dalle persone nuove, quando qualcuno le si avvicina si agita e sembra esprimere gioia, si tranquillizza quando è accarezzata. Ogni tanto si ferma a fissare qualcosa di indeterminato sollevando la testa con lo sguardo fisso catatonico. E’ come una bambina di pochi mesi nel corpo di un’adolescente, pensiamo sia vissuta sola nel cortile della capanna assieme agli animali e ne abbia assunto alcune modalità di comportamento, se avete visto il film “ Ragazzo Selvaggio” di Truffault potete immaginare cosa fa… ieri notte, per esempio, ha dormito per terra sotto il letto.
Chiediamo aiuto a chiunque abbia competenze nel campo della neuropsichiatria infantile per avere indicazioni su come poterla aiutare.
Un abbraccio
Bruna