Siamo la Nyumba Ali, "casa con le ali" in lingua swahili, una giovane associazione nata a Bologna e cresciuta sulle fondamenta di una casa famiglia costruita a Iringa nel sud della Tanzania.

2008 - Giugno - Settembre

2008 - Giugno - Settembre

27 settembre

Carissimi
Storia africana con sottotitoli in una lingua sconosciuta.
Mage viveva con la zia e con la sorellina Monica, dolcissima bambina dagli occhi tristi. Il giorno del battesimo di Mage ho portato Monica in bagno, ho chiuso la porta e ho atteso, atteso invano, il rumore dello sciacquone (le avevo mostrato come funziona). Sono entrata e Monica stava lavandosi rannicchiata dentro una bacinella, nel fondo due dita d'acqua e una di fango, i vestiti in ordine sul pavimento. Sapone profumato, shampoo e la gioia di Monica sotto lo scroscio dell'acqua calda. E il ritorno da Ilula con Monica silenziosa che non sorrideva neppure con le caramelle e la domenica successiva (dopo la separazione da Mage) la sua manina che cercava la mia e poi il nulla l'ha ingoiata.
Abbiamo chiesto a tutti, risposte vaghe, accenni a parenti dai quali era andata a lavorare; se non si vuole che noi non sappiamo, non sapremo mai.

Mage nel ricordare il passato ha iniziato a nominare una sorella Neema che abita in Iringa, chiacchiere sussurrate sull'esistenza di questa sorella finché un giorno si è materializzata in una casa vicina a quella di Peter. Mage è felice, racconta di aver vissuto con la sorella maggiore dopo la morte della madre " e Monica" domando io. "Monica?" " Non è mia sorella è la figlia della zia." "Ma dov'è Monica ?" nessuno risponde e noi, lentamente, abbandoniamo le ricerche.

E giovedì Zula racconta che le sorelle di Mage chiedono di venirla a trovare. Le sorelle? Mage ripete convinta di avere una sola sorella Neema, ma Zula racconta di una sorella Monica che vive a Dar, che è tornata ieri e ha chiesto di vedere Mage. E' una donna, vive a Dar e Mage non se la ricorda mentre ricorda Monica la cugina e tra queste due Moniche il nostro cervello naufraga.
Oggi sono arrivate due donne, Neema e Monica, e quest'ultima guardava Mage con affetto, ma Mage non si ricordava di lei. Lucio ed io dopo i convenevoli di rito ce ne siamo andati;  io percepivo brandelli di conversazione ma confesso ero irritata da queste sorelle che hanno dimenticato Mage per anni e che ora ricompaiono non si sa con quale intenzioni.
Le due poi se ne vanno e io (non cambio mai…) comincio a concionare sul fatto che per anni si sono dimenticate della sorella, ma Zula mi blocca " Monica è stata mandata a Dar, la zia di Nduli la picchiava, appena ha potuto tornare è tornata e ha chiesto di sua sorella, lei è più giovane di Mage. Più giovane ? ma quanti anni ha? Sedici.
Corro a prendere le foto che la dada Mpendwa aveva mostrato alle sorelle, le metto sotto il naso di Zula e lei " Monica ha detto "questa sono io il giorno del battesimo di Mage!".
Abbiamo ritrovato la sorella minore di Mage e … non l'abbiamo riconosciuta. Cercavamo una ragazzina, abbiamo trovato una donna di sedici anni costretta ad andare a Dar a lavorare, una donna che non si è dimenticata della sorella.
Abbiamo sempre avuto il progetto di aiutare entrambe le sorelle, speriamo che ci sia ancora permesso di farlo.

Un abbraccio
Bruna

 
 23 settembre 

Carissimi
E' arrivato il momento di raccontarvi ciò che abbiamo imparato sulla scuola tanzaniana , o meglio sulla scuole che noi conosciamo a Iringa.
La scuola primaria e' obbligatoria , sette anni con esame in quarta e in settima, è gratuita ma gravano su di essa balzelli pesanti per chi ha problemi economici. Il primo e' la divisa: gonna a pieghe per le bambine ( pantaloni corti per i maschi) , camicia bianca con maniche corte e taschino, maglione , calzettoni e scarpe nere . Ogni scuola ha colori diversi e i maestri fanno affari timbrando, a pagamento, sul taschino della camicia il nome della scuola. Altre gabelle: soldi per fotocopie , per l'acqua, per collette varie e se i genitori non pagano i bambini sono picchiati , in applicazione della regola biblica " gli errori dei genitori ricadranno sui figli".
L'orario delle lezioni e' un mistero, l'unica certezza e' che gli scolari vanno a scuola alle sette, spazzano la polvere del cortile e delle aule , annaffiano e zappano l'orto della scuola (il ricavato va ai maestri) e alle otto, schierati in file perfette, cantano l'inno nazionale. Quello che accade dopo dipende da mille variabili. Dopo l'inno le punizioni corporali di massa, poi in aula, stipati, (da 50 a 80 studenti per classe) a copiare dalla lavagna sotto il controllo di un compagno armato di bastone .I maestri di solito stanno fuori o in sala professori a bere il te' e a correggere quaderni portati da solerti scolari fattorini. Spiegare? Che idea stupida , basta la lavagna dalla quale copiare ciò che il  maestro ha copiato dal suo libro . Ma gli studenti sono uguali ovunque e cosi anche qua accade che facciano confusione e allora un insegnante qualunque entra in aula, fa inginocchiare tutti per terra e armato di bastone somministra un numero imprecisato di vergate . L'intervallo dura da mezz'ora a due o tre ore e può anche non coinvolgere tutta la scuola. E cosi ad ogni ora del mattino si vedono studenti pascolare attorno alle scuole (non ci sono recinzioni) ed e' facile appartarsi con le ragazzine più grandi. Dall'una alle due fine delle lezioni che ricominciano un'ora dopo con le ripetizioni a pagamento, obbligatorie, per gli studenti della terza, quarta, sesta , settima: terza e sesta perché l'anno prossimo avranno l'esame , quarta e settima perché avranno l'esame nell'anno in corso (?) . Durante le ripetizioni obbligatorie a pagamento i maestri si occupano di argomenti mai trattati alla mattina . Ageni non le ha frequentate perché l'ho giustificata spiegando che nel pomeriggio doveva fare esercizi fondamentali per la salute e si sa che la salute , come recita un proverbio tanzaniano, e' la cosa più importante.
Stendiamo un velo, spesso e pietoso, su ciò che viene copiato dalla lavagna, sull'attenzione maniacale allo squadramento del foglio e alla data, sul quaderno che deve essere ricoperto con carta di giornale senza figure o con carta da pacchi marroncino secondo la mania dell'insegnante. E guai se dal collo della camicia spunta un maglione perché c'e' freddo o se le scarpe sono sporche perché la strada e' allagata o se si vede una collanina o un braccialetto : nella scuola di Ageni le botte col bastone sono garantite.

La classe frequentata da Mage , essendo quella dei deficienti , ha regole diverse; i maestri (due per circa venti bambini , per tre ore al giorno per quattro giorni alla settimana) arrivano tardi e vanno via prima, affidando la classe ad una specie di dada, armata di regolare bastone, ma non li abbiamo mai visti picchiare qualcuno . Abbiamo tentato la via del dialogo coi direttori e coi maestri, ci siamo documentati sulle leggi , ci siamo arrabbiati, abbiamo riflettuto sul perché e percome , siamo ritornati con mente e cuore alla scuola della nostra infanzia coi maestri spesso maneschi, siamo entrati in crisi sul da farsi, ma su tutto troneggiava la carta dei diritti dei bambini firmata anche dalla Tanzania e la legge locale che permette le punizioni corporali ma le regolamenta in modo preciso.
Che fare di fronte ai soprusi? che fare di fronte a bambini picchiati a sangue? tacere perché bisogna rispettare la tradizione locale? Tacere perché si e' ospiti? Tacere perché i diritti dei bambini sono stati scritti dagli occidentali e subiti dagli africani? Tacere per non crearsi nemici? Tacere .
Ma noi crediamo che il tacere sia connivente e che il far finta di niente per non creare tensioni sia una strada che non porta da nessuna parte e, senza voler fare i donchisciotte, abbiamo tenuto aperto il dialogo senza rinunciare alla convinzione profonda che il bastone, usato senza motivo, alimenta l'odio e l'indifferenza. Il preside di Ageni ha affermato che l'unico modo per educare gli studenti tanzaniani e' il bastone , che picchiare i bambini e' nel loro DNA e che noi europei siamo diversi dagli africani … in attesa che si trovi la via tanzaniana per riflettere su queste affermazioni, noi abbiamo continuato a dialogare, ma abbiamo anche deciso di cambiare scuola ad Ageni . Una sera mi ha chiesto, timidamente, se l'anno prossimo poteva andare in un'altra scuola, perché direttore e alcuni maestri sono molto cattivi; ogni giorno tornava da scuola sempre più incupita; spesso Lucio l'ha trovata da sola in aula, tutti se ne erano andati e lei senza aiuto non può affrontare la salita per tornare a casa. Per noi, inoltre, era una vera sofferenza affrontare ogni giorno lo spettacolo pubblico dei bambini picchiati col bastone, testa per terra sedere per aria. Abbiamo scelto una scuola che sembra offrire insegnamenti decenti senza bastonate gratuite. Dopo la primaria Ageni frequenterà la secondaria con tutte le lezioni in inglese (legge della Tanzania), abbiamo scelto una scuola primaria che ha già le lezioni in inglese, affrontando con un anno e qualche mese d'anticipo lo scoglio dell'apprendimento della lingua.
Il suggerimento di cambiare subito e non l'anno prossimo e' venuto dal direttore della nuova scuola per non sottoporre Ageni alla fatica dell'esame di settima e dello studio intensivo e contemporaneo dell'inglese; noi e lui crediamo che questi mesi possano aiutare Ageni a studiare con più calma la lingua .
Ieri, dopo le vacanze, primo giorno nella nuova scuola: orario chiaro (8-14), portone, il direttore ha fatto cambiare aula alla classe di Ageni perché lei possa entrare e uscire da sola con la carrozzina, l'ha presentata, incoraggiata e, incredibile, in classe con lei c'e' una amica del suo villaggio che l'ha subito presa sotto la sua protezione . E' tornata a casa che non la si teneva più dall'eccitazione . Sappiamo che poi passerà , che dovrà faticare molto, ma siamo fiduciosi.
Oggi sono andata a ritirare i documenti nella vecchia scuola , nessuna domanda , solo la richiesta di denaro per costruire i bagni … ma questa e' un'altra storia che prima o poi vi raccontero' .

Ageni e' felice, io sopporto dolorosamente la contraddizione di averla iscritta in una scuola privata, dopo aver lottato tutta la vita per la scuola pubblica. Abbiate pietà di me e, se potete, perdonatemi il tradimento.

Un abbraccio
Bruna

 
 20 settembre

Carissimi
altri tasselli nella costruzione della Casa con le Ali.
Il più leggero è una maglietta col logo dell'associazione, stampata ad Iringa da un commerciante arabo che, non solo non ha chiesto anticipi del 50%, ma ha anche consegnato tutto nel tempo previsto. Un vero miracolo.

Il più robusto è una riunione.
Ieri (19 settembre) abbiamo organizzato un incontro in palestra coi parenti dei bambini, con le dade e con mister Saidi. Valentina ci ha aiutato ad organizzare e a capire dinamiche e linguaggio. I parenti (una nonna, uno zio, un padre e due madri) sono arrivati col dala-dala assieme ai bimbi, un po' di confusione iniziale dovuta all'eccitazione dei bambini felici di mostrare, a modo loro, cosa sono capaci di fare nella casa dei wazungu. Sistemati tutti nelle sedie "speciali", Mage e Ageni si sono presi cura dei più bisognosi d'aiuto, lo staff schierato davanti ai parenti, si apre l'incontro. Una vera assemblea.
Ho impiegato alcune ore a scrivere il discorso in swahili con l'aiuto di Ageni e della dada Mpendwa e pochi minuti a leggerlo, piccole idee ripetute: se collaboriamo i vostri figli possono avere una vita migliore e anche voi starete meglio. Il primo intervento è stato dello zio di Braison: -hai ragione, non dobbiamo lasciare soli i bambini disabili , ma io devo lavorare e mia moglie non ha tempo e voglia di seguire un bambino non suo. Come posso fare ?- e su questa domanda, cui non avrei saputo rispondere, è entrato mister Saidi, sì proprio lui, quello dei timbri, quello che scrocca pranzi, il capo, la sua presenza ha dato immediatamente importanza alla riunione. Saidi è stato efficace ed efficiente, ha ripetuto alla maniera tanzaniana, quello che avevo già detto, ci ha elogiati, ha sgridato, esortato, ordinato, scherzato, un vero oratore.
Lo zio di Braison è tornato all'attacco, Saidi aveva la risposta: tua moglie ti deve obbedire, dille cosa deve fare e pian piano vedrai che lo farà con affetto.
Sono intervenute le dade, la mamma di Lucy e la zia di Faustin, loro sono veterane del centro e, infatti, sfoggiavano la maglietta col logo che caratterizza chi lavora nella palestra. E poi la sorpresa: mister Saidi ha telefonato e in un batter d'occhio si è materializzata la sagoma imponente del maestro di Mage. Cosa è venuto a dire? Che i bambini disabili devono andare a scuola, che la scuola è importante come gli esercizi fisici, che se l'aula per deficienti (si chiamacosì la classe di Mage) è troppo lontana bisogna andare in comune a chiedere che se ne apra un'altra più comoda. Un bellissimo discorso anche se il maestro è lo stesso che arriva in ritardo e va via in anticipo.

Dopo le parole, dada Zula ha mostrato cosa fare, i bambini si sono esibiti, coca cola e biscotti per tutti, i parenti, ringraziando, se ne sono andati e sono riprese le attività normali.
Il maestro e mister Saidi mi hanno dato appuntamento lunedì alla ripresa della scuola, desiderano una copia delle firme di presenza e …una maglietta ciascuno. Non abbiamo magliette che possano contenere lo stomaco del maestro.
Quest'incontro è stato il primo passo per una collaborazione con le famiglie, ha confermato quella con gli assistenti sociali e con la scuola di Mage, ha tracciato la strada per il futuro, ha ripetuto che l'attività del centro è frutto dell'impegno di un'associazione. I parenti si sono confrontati tra loro e con noi; non sono emerse riflessioni da manuale ma spaccati di vita.
Sarebbe bastata la gioia palese dei bambini nel mostrare cosa sanno fare, abbiamo avuto anche quella, contenuta, dei parenti.
Un abbraccio
Bruna
 
 2 settembre 

Carissimi,
mentre la maggioranza degli italiani è andata in ferie soffrendo poi il ritorno alla quotidianità, noi abbiamo lavorato più del solito rimpiangendo un po' le giornate fatte solo di gesti abitudinari. In agosto abbiamo incontrato molte persone , abbiamo raccontato la storia della Nyumba Ali sperando di non diventare " santini",  felici di far conoscere la storia di Mage e di Braison e di Peter e di Viki … a persone col cuore e con la mente aperta . Il futuro delle nostre ragazze e dei loro sfortunati amici è legato da fili, invisibili ma robusti , a tutti coloro che ci stanno vicino col cuore e con la mente.

Il tempo
Il tempo qua non esiste, ma a me spesso manca e, a volte, ho l'impressione che un'ora sia di quaranta minuti. Nella mia prima vita avrei trovato una spiegazione psicologica a questa sensazione, anzi l'avrei usata per riflettere con gli studenti sul concetto di tempo (obiettivo: arrivare all'idea di " tempo proprio"), ma nella mia seconda vita accetto questa mancanza cronica e avverto solo un vago senso di rimorso per tutto ciò che non riesco a fare, compreso scrivere agli amici.

Il centro diurno .

E' decollato e funziona grazie al lavoro di Giulia (la fisioterapista) e di Chiara (giovane neouniversitaria biellese) e di Giulia (giovane neouniversitaria bolognese) e di Maria (l'amica di sempre) e di Sara (giovane di Cento) e di Lucio e di tutti quelli che ci hanno regalato un po' del loro tempo, un consiglio , un incoraggiamento , un sorriso.
Abbiamo stipulato un contratto con un'autista di un pulmino, assunto una ragazza (Maria) per aiutare Zula e cominciamo ad avere i primi risultati ma anche le prime sconfitte. Il lunedì, il mercoledì e il venerdì l'autista con Zula e Maria va a prendere i bambini; appena arrivano in palestra Maria li cambia (maglietta e pantaloni, pannolone, bavaglio) e Zula fa fare a ciascuno gli esercizi che Giulia le ha insegnato. Poi giochi con plastilina, incastri, pallone, parallele, scale, musica, standing, cuneo, tavolette, deambulatori, pallone su cui sdraiarsi, pranzo in veranda cucinato dalla dada Mpendwa e alle tre del pomeriggio ritorno a casa col pulmino .
Martedì , giovedì , sabato pomeriggio dada Zula pulisce la palestra, lava i vestiti e poi fa esercizi con Mage e Ageni .

Successi
Braison denutrito (12 chili in 12 anni), muto, gambe e braccia rattrappite ieri ha fatto i primi passi da solo col deambulatore. Lucy sale e scende le scale, la piaga di Peter nella mano sta guarendo, Sharifa , pigra e apatica, dice qualche parola .

Sconfitte
Sono legate alla miseria morale delle famiglie e così Faustin, cinque anni e possibilità di avere una vita normale, non viene più senza alcuna spiegazione; resterà a sedere per terra, non andrà a scuola e rapidamente anche il suo cervello si addormenterà e noi non potremo far nulla per lui. Ely, compagno di scuola di Mage, che sta in piedi grazie all'amore e al lavoro di Valentina (della comunità di don Benzi) spesso non viene perché la madre , infermiera, non ha voglia di portarlo all'appuntamento , unico contributo che le si chiede.
Le parole e le azioni solidali che incontrano miseria e ignoranza si appiccicano al muro dell'indifferenza e lì muoiono e la loro morte apre sempre una ferita sul volto dell'umanità.

Marta

Marta è una bambina che è stata all'ospedale tre mesi; Mario l'ha operata per raddrizzarle una gamba e per un problema all'anca, l'abbiamo seguita nella degenza ospedaliera e Giulia ci ha suggerito di ospitarla finché non sarà in grado almeno di stare in piedi . E' con noi da una settimana, è arrivata con la febbre e con il terrore di essere toccata nelle gambe, ora sta fisicamente meglio, ogni giorno esercizi per farla stare in piedi ma è debole, usa pochissimo la mano destra, il recupero è molto lento e si prospetta una permanenza a casa nostra molto lunga. Non sappiamo che fare: rimandarla al villaggio anche se il recupero è parziale per evitare che il rientro sia traumatico o tenerla qua sino a guarigione avvenuta non preoccupandoci del rientro?

I volontari IBO
Sono arrivati William e Riccardo per costruire il percorso esterno, siamo felici di averli qua, stanno costruendo dei bellissimi muri pieni d'affetto, muri che non cadranno al primo soffio di vento.Un abbraccio a tutti

Bruna

 
25 luglio

Carissimi
Il centro diurno è in funzione da due settimane, due settimane d'inserimento individuale, poi a coppie poi a terzetti, due settimane di giri per le strade sterrate alla ricerca della capanna, due settimane di prove, due settimane di fatica e di sorrisi.
Vi racconto dei bambini, di Zula, di Chiara, di Giulia .
Braison ha 12 anni, è orfano ed è vissuto sino a poco tempo fa in un villaggio lontano con la nonna che, ad un certo punto non c'è l'ha fatta più e l'ha portato dagli zii ad Iringa. E' denutrito, mani e gambe rattrappite, schiena curva, occhi strabici, non mastica, non parla, non cammina. Quando è arrivato era catatonico, ma era solo terrore, poi la dada Zula gli ha parlato in dialetto, gli ha dato da mangiare e i Lego e adesso Braison ride, costruisce torri che poi distrugge, batte il tempo su un secchio e ieri ha mosso i primi passi, sostenuto dalla sua voglia di camminare e dalla dada Zula.
Lucy è spastica, il padre se n'è andato e la madre ha tentato tutte le vie per aiutare la figlia, è una bambina difficile, poco collaborativa, urla spesso e fa capricci soprattutto da quando si è trovata assieme agli altri. La madre è un aiuto prezioso e, probabilmente, è proprio il suo occuparsi anche degli altri bambini che scatena la reazione di Lucy.
Ely è un compagno di classe di Mage, viene qua dopo la scuola, è un po' più autonomo degli altri, ha bisogno di fare esercizi e di giocare. Deve la sua autonomia a Valentina (di Giovanni XXIII) che l' ha seguito per anni con costanza ed affetto.


Peter è " una vecchio amico" e come tale si comporta, bimbo solare, collaborativo, ha avuto una palese crisi di gelosia quando si è accorto di non essere più l'unico (come accadeva quando veniva a casa nostra di sabato) ma poi si è adattato bene alla nuova situazione.
Sharifa verrà domani per la prima volta, ha l'età di Mage, non cammina ma un fisioterapista che l'ha vista ha detto che potrebbe camminare se qualcuno si prendesse l'onere di seguirla. La madre deve lavorare e la ragazza sta tutto il giorno seduta a fissare il nulla, parla poco, mangia da sola, puzza di pipì ma forse non è incontinente. Vedremo ….
E siamo a cinque , il numero massimo che possiamo ospitare in un giorno; abbiamo altri casi in " lista d'attesa".
Zula è bravissima , attenta , capace di trovare soluzioni e, soprattutto, tratta i bambini con amore. Il lunedì , il mercoledì , il venerdì sta con i bambini , il martedì , il giovedì e la domenica pulisce la palestra e organizza il lavoro del giorno dopo; siamo stati fortunati a trovare ben due donne che non picchiano i bambini. A proposito delle due dade:  il primo giorno di lavoro di Zula in veste di educatrice (con tanto di grembiule bianco…) la dada Mpendwa si è presentata da me con una storiella che metteva Zula in cattiva luce chiedendo esplicitamente che io intervenissi . Allarme! Non ho né tempo né voglia di gestire le gelosie del personale, idea: farò una riunione nello stile tanzaniano, coinvolgerò entrambe nella discussione sul centro, esalterò il ruolo di entrambe e che Dio me la mandi buona. Ha funzionato.
Chiara e Giulia ( in ordine alfabetico). Sono due future universitarie, giunte qua a distruggere il luogo comune dei giovani menefreghisti. Sono arrivate sabato assieme a Maria , la nostra unica dada italiana, e da lunedì stanno con Peter , Braison , Lucy come se da sempre avessero giocato con bimbi disabili o dato loro da mangiare. La loro presenza fa sì che ogni bambino sia seguito individualmente e così questi primi giorni per ogni nostro piccolo ospite sono dei serbatoi di affetto e di abilità conquistate.
Un abbraccio a tutti
 
 11 luglio

Carissimi, 
Novità nella casa con le ali.
In questo mese ci siamo dedicati a costruire e ad abbattere, di nuovo alle prese con presunti artigiani, di nuovo costretti a modalità che non ci appartengono. Dell'aula di Mage vi ha raccontato Chiara; lunedì alla ripresa delle lezioni chiederemo al preside di scrivere una lettera di ringraziamento, lettera che sarebbe dovuta essere portata in Italia da Chiara.
Ci siamo risparmiati discorsi e cerimonie ma siamo costretti a rincorrere un ringraziamento scritto.
Uno dei tanti artigiani che hanno frequentato casa nostra (in questo caso si tratta del disinfestatore Chale) ci ha proposto di costruire la tettoia per l'auto, si è presentato con il progetto scritto al computer. Miracolo - abbiamo pensato – si è informatizzato e i calcoli saranno finalmente giusti. Come abbia fatto Chale a sbagliare i conti usando il computer è uno dei tanti misteri tanzaniani. Abbiamo corretto i calcoli, discusso il progetto, pagato un anticipo del 50% (regola non scritta ma nota a tutti); dopo alcuni giorni di lavoro la richiesta immotivata di soldi, risposta negativa e scomparsa dei lavoratori. Nulla di nuovo sotto il sole d'Iringa, ma questa volta non abbiamo neppure telefonato per chiedere spiegazioni: se vogliamo anche noi siamo capaci di aspettare. E sono arrivati sul mio cellulare e su quello di Francesca messaggi con richieste di intercessione presso Lucio per avere altri soldi perché le spese erano aumentate da un giorno all'altro . Silenzio mio e di Francesca finché Chale non si è presentato con una richiesta scritta , alla quale erano allegate le ricevute come prova della fondatezza delle sue pretese . Peccato che , ad esempio , la ricevuta dei chiodi fosse di 20.000 e nella sintesi ci fosse scritto 40.000 .
Lucio non ha sganciato uno scellino e Chale è scomparso a riprova che avevamo pagato abbondantemente i lavori già fatti . Abbiamo chiamato un altro "imprenditore" e con la cifra che restava da pagare abbiamo finito la tettoia e dipinto ad olio le pareti della palestra .
Dipingere la palestra? Ma non è nuova? Già , è nuova ma i colori ad acqua non si possono lavare e sulle pareti erano evidentissimi i passaggi delle mani dei bambini e poi…poi è arrivato il momento di APRIRE IL CENTRO DIURNO.

Vi racconto con ordine .
Ci sono molti bambini disabili nascosti nelle capanne , lasciati soli nel cortile , ignorati perché gli adulti devono lavorare , perché nessuno sa cosa fare ,perché a volte la solidarietà è un lusso . Qualcuno è stato segnalato a noi ,a Marina , a Valentina , si sono attivati aiuti di vario genere ma non basta pagare per un po' di latte o di riso , c'è bisogno di ben altro , c'è giusto bisogno di insegnare loro a volare. Il progetto del centro diurno è nato a poco poco prima nel nostro cuore e poi nella mente ; ne abbiamo parlato nella riunione dei soci , con gli amici qua e in Italia ,ci siamo confrontati , abbiamo discusso , tergiversato … finchè non è arrivata una mail che annunciava l'arrivo il primo agosto di una fisioterapista che si fermerà a casa nostra per circa venti giorni: i pezzi del puzzle dovevano essere ordinati prima di quella data . Il primo passo è stato contattare una fisioterapista che avrebbe dovuto essere a Iringa : è andata via per terminare gli studi ( quindi non era una fisioterapista) , sgomento poi il suggerimento di evitare le parole che rimandano alla sanità perché inducono i funzionari locali a chiedere certificati impossibili . Seconda riflessione: il Neema (credo di avervene parlato in una delle prime lettere) ha assunto una fisioterapista e sta per aprire un centro gigantesco , se ci sarà bisogno di interventi professionali ci rivolgeremo a loro .
Qui da noi i bambini giocheranno ,ascolteranno musica , cammineranno con le parallele, andranno nello standing, rotoleranno sul rullo , mangeranno un pasto sostanzioso, staranno seduti su seggioline speciali ,soprattutto non saranno più soli.
Zula è diventata la loro dada , si è licenziata dalla compagnia di security e sta imparando a gestire il centro.
La palestra ora è attrezzata per essere indipendente dalla casa; è e sarà, aperta tre giorni la settimana (Lunedì. Mercoledì, venerdì) dalle 9 alle 13.


Abbiamo pensato di cominciare con un solo bambino, poi di metterne assieme due o tre e aumentare il numero fino ad un massimo sei- sette; ieri è venuta Lucy con la mamma , domani verrà Braison e poi Peter e …. I casi sono già stati scelti e grazie ad Enrico abbiamo avuto anche un colloquio con mister Saidi (quello dei timbri) che ci ha "garantito " il suo appoggio, dopo avermi fregato una penna che gli sembrava particolarmente adatta al suo lavoro.
E ci sarà bisogno di noleggiare un pulmino per andare a prendere i bambini e di un'aiutante di Zula e di materiale didattico e di specialisti e scopriremo nuove esigenze e ci sentiremo inadeguati e saremo impauriti e …. Pole pole assieme a tutti voi il centro crescerà .
Un abbraccio
Bruna & C.

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