Siamo la Nyumba Ali, "casa con le ali" in lingua swahili, una giovane associazione nata a Bologna e cresciuta sulle fondamenta di una casa famiglia costruita a Iringa nel sud della Tanzania.

2008 - Secondo Trimestre

2008 - Secondo Trimestre

 
23 giugno 2008

Carissimi
un cantiere è già chiuso perchè i lavori sono finiti!! Abbiamo restaurato l'aula di Mage e costruito la rampa grazie agli amici di Chiara, che così racconta :

LA SPLENDIDA AULA DI MAGE

A tempi di record e' stata pitturata l'aula di Mage. Come vi avevo annunciato con parte dei soldi portati da me (esattamente con la meta') e' stato possibile togliere le barriere architettoniche per la classe "differenziale " dove va Mage, pitturarla e dipingere anche la piccola aula a fianco. Era stata una richiesta del preside (si chiede ai genitori ricchi) e, anche, un'esigenza improrogabile perche' non si poteva entrare con nessun mezzo. Infatti, i bambini con problemi di deambulazione e non accompagnati come Mage, fin dentro l'aula, facevano i gradini in ginocchio o trascinandosi comunque a terra.                                        
Era un impegno gia' preso e io ho fatto la proposta di non adoperare i soldi dell'associazione previsti, ma di usare parte di quelli che avevo portato io con le vostre donazioni. La fama che Bruna e Lucio si sono fatti di volere le cose senza i tempi africani e di pretendere i lavori quando si paga ha dato i risultati che vedete dalle foto. Ne e' uscita quella che stamattina un cooperante italiano passato di qua ha definito la piu' bella aula della Tanzania.

 

Auletta di Mage affrescata

Speriamo che gli insegnanti si adeguino al nuovo e al bello.
PARTICOLARI
Il pittore come vedete da una foto ha disegnato nell'auletta l'alfabeto e i numeri. Non avevo con me la digitale quando ci siamo accorti che aveva saltato il 7, che aveva messo 6 palline col numero 5 e 8 col numero 9. Ha rifatto. La matematica in Tanzania e' un optional, persino al mercato non sanno fare i conti.
La gettata per la rampa e' stata rifatta perche' sul cemento fresco sono passate le mucche e hanno lasciato i segni degli zoccoli (i passaggi delle galline hanno fatto meno danni!)
IL PRESIDE
Non ci ha guadagnato niente perche' Lucio ha trovato gli operai e l'artista e ha pagato direttamente e non e' concepibile che non si guadagni niente da un bianco.
Primo ha fatto dire che si doveva comperare un lucchetto nuovo perche' aveva perduta la chiave , poi ha chiesto un colloquio al quale siamo andate preparate sia in swahili (Bruna) che in inglese (io, oltre che collega) prevedendo gia' le richieste. Ci siamo sbagliate. Pensavamo che avrebbe chiesto la dipintura di tutta la scuola, invece con modo molto garbo ci ha ringraziato e si e' persino sbilanciato su qualche considerazione didattica sull'uso di tante immagini e colori Ha spiegato (ma non chiesto) che l'anno prossimo la scuola deve pensare per i disabili al percorso esterno per andare ai bagni e anche a ristrutturare il suo ufficio che non ho osato fotografare per delicatezza (non lamentatevi ds di questa mailing list!) e ci ha invitato all'inaugurazione dell'aula. Io, Lucio e Bruna sempre coi soliti bluejeans e stessa felpa (tanto come dice sempre Bruna si sa benisssimo chi ha i soldi ) ma la cerimonia e' stata rimandata per un grave lutto che ha colpito un insegnante.
Grazie a Chiara e ai suoi amici ora Mage andrà nell'aula più bella di tutta la Tanzania!

un abbraccio

Bruna & C.

 
14 giugno 2008 

 Carissimi

Sono stata in Italia per un periodo lungo per la nostalgia che lo ha caratterizzato, breve perché non sono riuscita ad incontrare tutti.

Sono tornata ad Iringa con l'amica Chiara, viaggiare in compagnia è meglio che viaggiare da soli (proverbio della Nyumba Ali).
L'accoglienza è stata commovente, ho trovato Lucio e le ragazze in forma, piccoli significativi cambiamenti, le bouganville fiorite, la casa piena d'amici e in pochi secondi ho riallacciato i fili della
quotidianità.

Sono iniziate le vacanze scolastiche ma Ageni deve andare a scuola, a pagamento, per tre settimane per prepararsi all'esame dell'anno prossimo. Come dire " no" quando il direttore afferma che la sesta classe non è preparata (colpa degli alunni), che l'anno prossimo sarà un problema affrontare gli esami, che il sacrificio anche economico è per il bene degli studenti? Alla riunione della scuola, alla quale hanno partecipato Lucio e la dada, nessuno ha fiatato, solo la dada ha avuto il coraggio di dire che se i maestri non saranno a scuola noi terremo Ageni a casa, coraggio impensabile per un genitore tanzaniano ma la dada non è un genitore, non ci rimette nulla e può, per nostra fortuna, parlare senza paura. E così Ageni si riposerà una sola settimana.

Mercoledì inizieranno i lavori nella scuola di Mage: i muratori costruiranno la rampa d'accesso all'aula e un pittore locale la dipingerà; Lucio controllerà i lavori e avrà di nuovo mal di fegato. E' un piccolo contributo della nostra associazione per migliorare la vita scolastica della classe " dei deficienti" come recita la scritta sull'architrave dell'aula.

Ho iniziato a scrivere questa lettera lunedì mattina, ma non sono riuscita a finirla per una serie di motivi che vanno da arrivi inaspettati di persone all'organizzazione delle giornate e oggi, giovedì mattina, riprovo a scrivere. I lavori non sono iniziati mercoledì, inizieranno, forse, oggi; Lucio stamattina è andato via armato di secchi, spatole, cazzuole ecc. e i suoi occhi dicevano chiaramente " povero me! ".

Tra le varie attività della casa con le ali c'è quella di dare supporto alle famiglie che arrivano ad Iringa dai villaggi per far operare i bambini da Mario, le mamme sono spaventate, parlano solo il loro dialetto, non sanno come comportarsi e sono facili prede d'approfittatori e infermieri villani ma qui non esiste il TriBunale dei diritti dei Malati.
Ora sono ricoverati Marta e Mario, sono già stati operati , vedere i loro occhi sofferenti, sentire i loro pianti di dolore mi mette a dura prova; andrò a trovarli con un po' di caramelle e due giocattoli e basterà questo piccolo gesto per rasserenarli.

E adesso sono costretta a lasciarvi : è arrivato un ospite e ho deciso di spedirvi la lettera anche se non è finita .
Un abbraccio
Bruna
Carissimi mi sono accorta due giorni dopo che l'email non era partita!
E così le notizie sono già vecchie ma a pensarci bene è giusto
seguire i ritmi locali anche con l'informatica
Ciao ancora da Bruna

 
 25/28 aprile

Carissimi

Domani (26 aprile) Lucio tornerà a casa.

E' stato un mese di normalità e d'anormalità, i giorni si sono sovrapposti uno all'altro nell'accompagnare Mage e Ageni a scuola, controllare Viki, fare la spesa, guidare l'autocarroarmato. Ho superato la paura della guida a sinistra, mi sono impantanata due volte tra lo spasso dei locali ma sono anche riuscita a venirne fuori da sola, ho sbagliato pronuncia e vocaboli ma nessuno si è scomposto, mi sono fatta imbrogliare, ho condotto la casa con risate e cipiglio severo ma soprattutto ho sentito la mancanza di Lucio, del dividere responsabilità e gioie, del confronto, della discussione.

Mage ha mostrato un volto inedito fatto di bugie, di testardaggine, di furbizia, è regredita allo stadio capanna-strada-mendicante, in poco tempo ho visto scomparire tutto ciò che aveva imparato, le labbra piegate in una smorfia che le induriva il volto. Un esempio: ha fatto la cacca sul pavimento del bagno, ha cercato di nasconderla calpestandola, si è seduta sul water simulando una situazione normale, mi ha chiamato e ha incolpato Viki del misfatto …peccato che Viki fosse stata sempre con me.
Una Mage diversa, tesa con tutte le sue forze a raggiungere un solo scopo: non mettersi più i tutori, quelli fatti su misura a Dar Es Salaam, quelli che la costringono ad appoggiare il piede in modo corretto e a migliorare la postura. Non è certo gradevole indossarli, sono come un'armatura, richiedono uno sforzo e una determinazione che Mage non ha. E' riuscita a camminare appoggiandosi alla nostra volontà, perché la voglia di farci contenti era una molla fortissima, ora è appagata e non ha nessun desiderio di migliorare. Le ho tolto i tutori ed è ritornata la Mage di sempre.

Che fare? Mi piacerebbe che si scatenasse una discussione come quella sulle elezioni.

Viki migliora a poco a poco ed ogni miglioramento richiede un nuovo controllo, ora gironzola attorno a casa, sale e scende per le rampe, arriva sino al cancello, si alza da sola da qualunque sedia e a tutto questo si accompagna il mangiare i fagioli che Ageni ha piantato, i fiori (orgoglio di Lucio), le matite di Mage, la terra e il rompere i rubinetti e il mettere le mani dentro il water e il togliersi il pannolone e…

Viki piange e urla per esprimere dissenso e richieste, per fortuna di notte dorme e non si è mai ammalata seriamente.

Ageni rifiorisce, ha la giornata piena tra il mettersi il busto, il fare esercizi e compiti, andare a scuola. Mi ha chiesto se so perché non cammina più e le ho detto la verità, alla parola tubercolosi è iniziato il pianto, un pianto silenzioso, profondo, straziante. Qui tubercolosi è ancora sinonimo di morte. E dopo il pianto ha ascolto il nome completo della sua malattia (tubercolosi ossea), sono piovute le domande ed ha iniziato il lento, doloroso percorso dell'accettazione della malattia.
In questo percorso Ageni non è sola, noi, voi l'accompagniamo ma la fatica dei passi, e non solo in senso metaforico, è solo sua.

E' stato un mese dedicato a voi, vi abbiamo pensato molto soprattutto il giorno della festa dell'associazione, ci sarebbe piaciuto farvi sentire il grazie urlato dalla casa con le ali, ma se chiudete un attimo le orecchie ai rumori della vostra vita potete sentirci.

Alcuni amici mi hanno rimproverata perché scrivo poco, è vero, scrivo poco ma è altrettanto vero che ho poco tempo e che alla sera crollo esausta, dopo aver controllato caselle di posta elettronica troppo spesso vuote Come a voi fa piacere ricevere notizie da noi anche a noi piace riceverne da voi, per noi la posta è vitale perché qui si corre il rischio di restare isolati, perdendo tutta la ricchezza dell'avere la finestra aperta sul mondo

Un abbraccio

Bruna

Da molti giorni non funziona Internet e non so quando questa email vi arriverà

 
7 aprile 2008

Carissimi

Nella nostra vita è entrato anche il teatro, quello vero con copione da imparare a memoria, prove, prima e repliche.
Cristina ed Elena, due caschi bianchi che lavorano in un villaggio della provincia d'Iringa, hanno portato a termine l'impresa titanica di far recitare le bimbe che animano la messa a Mgongo (quelle che vengono a casa nostra una volta al mese…), Mage e Ageni, le bimbe di Francesca e Valentina e due di Marina. Percorso difficile per problemi di lingua, ma anche per la diversa concezione del teatro, per l'abitudine a dire sempre sì e poi dimenticare il sì, per problemi di lontananza e di trasporto, per mille difficoltà che si sono infilate; percorso difficile affrontato con speranza, paura, allegria, sconforto, tenacia. 

Noi ci siamo limitati ad offrire la palestra-palcoscenico, il trasporto da e per Mgongo, due attrici e la merenda, il resto è frutto del lavoro di Elena e Cristina che hanno dedicato le loro domeniche all'idea di mettere insieme un gruppo teatrale con ragazze provenienti da esperienze e luoghi diversi.

Il primo problema è stato il testo, Elena e Cristina speravano, come insegnano tutti i sacri testi di pedagogia, che le ragazze avessero un'idea, un racconto, una labile traccia: sì vogliamo fare il teatro, sì sì ma poi nulla, silenzi e sguardi vuoti che si animavano solo di fronte a banane, biscotti e bibite. Ho avuto più volte il sospetto che l'adesione fosse legata al fatto che la domenica pomeriggio da noi significa merenda.
L'abbandono dei sacri testi pedagogici ha prodotto un testo scritto in inglese da Elena e tradotto in swahili da Ageni e da me: protagonisti il vento, le nuvole, il sole, la pioggia, i colori, gli alberI.
Abbiamo fatto vedere Il Pinocchio nero per far intuire cosa significa Teatro; la scatola magica di stoffe (regalo prezioso di Fosco e Mirna) è servita per i costumi e pian piano tutto ha preso forma e sostanza.
Il secondo problema, che non ha mai trovato soluzione, era il numero variabile di bambine di Mgongo ed affidare le parti è stato per Elena e Cristina un puzzle diverso da risolvere rapidamente ogni volta.

E una domenica gli sguardi si sono aperti. Ma che fatica far ripeter quattro parole anche se a scuola recitano a memoria, senza capire nulla, pagine e pagine.

Domenica 9 marzo la prima, grande successo, il pubblico ha affollato la palestra e le bimbe sono state bravissime.
Ageni ha il ruolo del narratore e del colore blu, ha avuto crisi di tutti i tipi, capricci per non studiare la parte, provocazioni ma dopo un pianto salutare (provocato da una sgridata da profe che mi è sgorgata spontanea) se l'è cavata benissimo.
Mage e Veronica rappresentavano gli alberi, alberi sorridenti come non se ne sono mai visti.
Che traguardo recitare in carrozzina, avere il coraggio di esibirsi davanti a tanta gente, che bella esperienza condividere un'idea con un gruppo di persone, che gioia trovare nuove amiche…
E la domenica successiva la replica a Mgongo nella grande palestra della Faraja e infine all'aperto a Kihodombi (un quartiere di Iringa) e ogni volta un nuovo pubblico e nuovi spazi scenici.

Ora la compagnia teatrale riposa ed Elena e Cristina progettano il futuro: nuove repliche? Testo ampliato? Canti nuovi?
A tutti noi è rimasta la gioia di vedere le ragazze uscire da schemi logori e tentare nuove, divertenti avventure.
L'arcobaleno (Upinde wa mvua) ha colorato la nostra vita.

Un abbraccio
Bruna

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