23 giugno 2008 |
Carissimi
Auletta di Mage affrescata Speriamo che gli insegnanti si adeguino al nuovo e al bello. un abbraccio Bruna & C. |
14 giugno 2008 |
Carissimi Sono stata in Italia per un periodo lungo per la nostalgia che lo ha caratterizzato, breve perché non sono riuscita ad incontrare tutti. Sono tornata ad Iringa con l'amica Chiara, viaggiare in compagnia è meglio che viaggiare da soli (proverbio della Nyumba Ali). Sono iniziate le vacanze scolastiche ma Ageni deve andare a scuola, a pagamento, per tre settimane per prepararsi all'esame dell'anno prossimo. Come dire " no" quando il direttore afferma che la sesta classe non è preparata (colpa degli alunni), che l'anno prossimo sarà un problema affrontare gli esami, che il sacrificio anche economico è per il bene degli studenti? Alla riunione della scuola, alla quale hanno partecipato Lucio e la dada, nessuno ha fiatato, solo la dada ha avuto il coraggio di dire che se i maestri non saranno a scuola noi terremo Ageni a casa, coraggio impensabile per un genitore tanzaniano ma la dada non è un genitore, non ci rimette nulla e può, per nostra fortuna, parlare senza paura. E così Ageni si riposerà una sola settimana. Mercoledì inizieranno i lavori nella scuola di Mage: i muratori costruiranno la rampa d'accesso all'aula e un pittore locale la dipingerà; Lucio controllerà i lavori e avrà di nuovo mal di fegato. E' un piccolo contributo della nostra associazione per migliorare la vita scolastica della classe " dei deficienti" come recita la scritta sull'architrave dell'aula. Ho iniziato a scrivere questa lettera lunedì mattina, ma non sono riuscita a finirla per una serie di motivi che vanno da arrivi inaspettati di persone all'organizzazione delle giornate e oggi, giovedì mattina, riprovo a scrivere. I lavori non sono iniziati mercoledì, inizieranno, forse, oggi; Lucio stamattina è andato via armato di secchi, spatole, cazzuole ecc. e i suoi occhi dicevano chiaramente " povero me! ". Tra le varie attività della casa con le ali c'è quella di dare supporto alle famiglie che arrivano ad Iringa dai villaggi per far operare i bambini da Mario, le mamme sono spaventate, parlano solo il loro dialetto, non sanno come comportarsi e sono facili prede d'approfittatori e infermieri villani ma qui non esiste il TriBunale dei diritti dei Malati. E adesso sono costretta a lasciarvi : è arrivato un ospite e ho deciso di spedirvi la lettera anche se non è finita . |
25/28 aprile |
Carissimi Domani (26 aprile) Lucio tornerà a casa. E' stato un mese di normalità e d'anormalità, i giorni si sono sovrapposti uno all'altro nell'accompagnare Mage e Ageni a scuola, controllare Viki, fare la spesa, guidare l'autocarroarmato. Ho superato la paura della guida a sinistra, mi sono impantanata due volte tra lo spasso dei locali ma sono anche riuscita a venirne fuori da sola, ho sbagliato pronuncia e vocaboli ma nessuno si è scomposto, mi sono fatta imbrogliare, ho condotto la casa con risate e cipiglio severo ma soprattutto ho sentito la mancanza di Lucio, del dividere responsabilità e gioie, del confronto, della discussione. Mage ha mostrato un volto inedito fatto di bugie, di testardaggine, di furbizia, è regredita allo stadio capanna-strada-mendicante, in poco tempo ho visto scomparire tutto ciò che aveva imparato, le labbra piegate in una smorfia che le induriva il volto. Un esempio: ha fatto la cacca sul pavimento del bagno, ha cercato di nasconderla calpestandola, si è seduta sul water simulando una situazione normale, mi ha chiamato e ha incolpato Viki del misfatto …peccato che Viki fosse stata sempre con me. Che fare? Mi piacerebbe che si scatenasse una discussione come quella sulle elezioni. Viki migliora a poco a poco ed ogni miglioramento richiede un nuovo controllo, ora gironzola attorno a casa, sale e scende per le rampe, arriva sino al cancello, si alza da sola da qualunque sedia e a tutto questo si accompagna il mangiare i fagioli che Ageni ha piantato, i fiori (orgoglio di Lucio), le matite di Mage, la terra e il rompere i rubinetti e il mettere le mani dentro il water e il togliersi il pannolone e… Viki piange e urla per esprimere dissenso e richieste, per fortuna di notte dorme e non si è mai ammalata seriamente. Ageni rifiorisce, ha la giornata piena tra il mettersi il busto, il fare esercizi e compiti, andare a scuola. Mi ha chiesto se so perché non cammina più e le ho detto la verità, alla parola tubercolosi è iniziato il pianto, un pianto silenzioso, profondo, straziante. Qui tubercolosi è ancora sinonimo di morte. E dopo il pianto ha ascolto il nome completo della sua malattia (tubercolosi ossea), sono piovute le domande ed ha iniziato il lento, doloroso percorso dell'accettazione della malattia. E' stato un mese dedicato a voi, vi abbiamo pensato molto soprattutto il giorno della festa dell'associazione, ci sarebbe piaciuto farvi sentire il grazie urlato dalla casa con le ali, ma se chiudete un attimo le orecchie ai rumori della vostra vita potete sentirci. Alcuni amici mi hanno rimproverata perché scrivo poco, è vero, scrivo poco ma è altrettanto vero che ho poco tempo e che alla sera crollo esausta, dopo aver controllato caselle di posta elettronica troppo spesso vuote Come a voi fa piacere ricevere notizie da noi anche a noi piace riceverne da voi, per noi la posta è vitale perché qui si corre il rischio di restare isolati, perdendo tutta la ricchezza dell'avere la finestra aperta sul mondo Un abbraccio Bruna Da molti giorni non funziona Internet e non so quando questa email vi arriverà |
7 aprile 2008 |
Carissimi Nella nostra vita è entrato anche il teatro, quello vero con copione da imparare a memoria, prove, prima e repliche. Noi ci siamo limitati ad offrire la palestra-palcoscenico, il trasporto da e per Mgongo, due attrici e la merenda, il resto è frutto del lavoro di Elena e Cristina che hanno dedicato le loro domeniche all'idea di mettere insieme un gruppo teatrale con ragazze provenienti da esperienze e luoghi diversi. Il primo problema è stato il testo, Elena e Cristina speravano, come insegnano tutti i sacri testi di pedagogia, che le ragazze avessero un'idea, un racconto, una labile traccia: sì vogliamo fare il teatro, sì sì ma poi nulla, silenzi e sguardi vuoti che si animavano solo di fronte a banane, biscotti e bibite. Ho avuto più volte il sospetto che l'adesione fosse legata al fatto che la domenica pomeriggio da noi significa merenda. E una domenica gli sguardi si sono aperti. Ma che fatica far ripeter quattro parole anche se a scuola recitano a memoria, senza capire nulla, pagine e pagine. Domenica 9 marzo la prima, grande successo, il pubblico ha affollato la palestra e le bimbe sono state bravissime. Ora la compagnia teatrale riposa ed Elena e Cristina progettano il futuro: nuove repliche? Testo ampliato? Canti nuovi? Un abbraccio |