Carissimi,
Grazie per le e-mail , le telefonate, gli sms che mi hanno aiutato molto nell’affrontare morti e funerali .
Braison era un bambino fragile a cui non era stato risparmiato nulla, quando l’abbiamo visto per la prima volta ci siamo detti "questo bimbo morirà presto di denutrizione o di una qualsiasi banale malattia“ . Sono passati giorni, settimane, mesi e Braison è ingrassato , ha iniziato a camminare, a ridere, a giocare con i Lego, a battere sul tamburo e noi abbiamo rapidamente dimenticato l’amara previsione. L’ultima volta che e’ stato da noi ha mangiato poco, non ha giocato, non ha sorriso; e’ difficile capire dove sta il male in un bambino che non parla e che, improvvisamente, sembra non voler più comunicare . Era qua, casualmente, un’infermiera italiana che l’ha visitato, gli ha misurato la temperatura ( normale) non sapendo neanche lei che fare; è tornato come sempre a casa sul dala-dala e la domenica è morto. Non sono capace di urlare modulando la voce in una nenia funebre, non conosco le parole di circostanza e con la kanga sono ridicola ma con l'aiuto delle dade ho affrontato dignitosamente il ruolo che mi e’ stato assegnato. Il dolore mi ha impedito di guardare i funerali con gli occhi disincantati di chi sa di essere protagonista di un documentario sull’Africa Nera.
Maurizia e’ giunta da noi sull’onda di Beta (sono della stessa famiglia), la mamma sperava di potersi riposare tre giorni alla settimana e ne aveva il diritto dopo anni e anni dedicati alla figlia, capace solo di sorridere e di toccare lievemente il viso di chi le stava vicino . Sono arrivate entrambe assieme agli altri, Maurizia profumata nel suo vestito della festa , la mamma imbarazzata per l’ambiente nuovo e quando Maurizia si e’ inspiegabilmente assopita ho chiesto alla madre se prendeva qualche medicina . Ho ancora nelle orecchie la risposta : le ho dato una dose doppia di fenobarbital (medicina che cura l’epilessia , la stessa che prende Viki) perché era agitata e non volevo che facesse brutta figura. La mamma non sapeva, e non sa, che quella medicina in dosi eccessive porta alla “ morte dolce” , la stessa di Marylin Monroe. Maurizia e’ morta di ignoranza e di paura delle brutte figure. Sfortuna , la parola che ho sentito di più in questi casi , sì, è una grande sfortuna nascere e vivere in certe parti del mondo .
Lunedi’ si e’ presentata al cancello la sorella maggiore di Maurizia, Cosa mai l’aveva indotta a venire sino a casa nostra sotto un sole implacabile? E’ stata operata di recente al cuore e si sta riprendendo a fatica; io, me ne vergogno, ho pensato che non sarei stata capace di reggere un’altra corsa con una moribonda in macchina .
E’ bastato un bicchiere d’acqua per vederla riprendersi e scoprire che era venuta per restituire la maglietta dell’associazione che avevamo fatto indossare a Maurizia non appena giunta in palestra. Molti prendono senza chiedere, pochi restituiscono, ma quei pochi danno senso a tutto ciò che tentiamo di fare .
Sono state con noi per tre settimane Bea e Serena, neolaureate in Chimica e tecniche farmaceutiche; mi hanno aiutato a condurre casa e centro, hanno condiviso la sofferenza delle morti, si sono serenamente e intelligentemente confrontate con questa realtà; sono state un grande dono che mi ha permesso di affrontare col sorriso l’assenza di Lucio . I giovani che sono stati qua, nella diversità delle motivazioni e dei compiti , sono la risposta a tutti i convegni e gli editoriali sui problemi giovanili; forse rappresentano una minoranza , forse sono casi eccezionali …ma con le loro mani solide e i loro cuori disponibili costruiranno altre case con le ali , case invisibili e robuste.
Domenica tornera’ Lucio. Rivivrò assieme a lui incontri, le cene ,chiacchiere che hanno allietato il suo soggiorno italiano e ricuciremo i fili della nostra quotidianità.
Un abbraccio
Bruna
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Carissimi
Domenica 15 febbraio Braison e' morto e oggi e' stato sepolto in un piccolo camposanto.
Braison 12 anni , 12 chili , Braison dalle mani rattrappite , Braison che camminava all'indietro col deambulatore, Braison che picchiava ridendo sul tamburo, Braison dagli occhi tristi , Braison dal sorriso disarmante e l'illusione, la speranza che ce l'avrebbe fatta a vivere come un essere umano .
Non chiedetemi cosa e' successo , non fatemi domande perche' non ho risposte .
Ieri sono andata dalla famiglia , ho cercato di non sbagliare parole e gesti , gli uomini erano tutti fuori nel cortile, le donne in uno spazio angusto dentro casa , io ero un'estranea , una mzungu spaventata che avrebbe voluto essere capace di urlare , invece di lasciar scorrere lacrime silenziose .
Il funerale era previsto per l'una del pomeriggio , ma non era ancora stata trovata la cassa e poi bisognava aspettare la nonna da un paese lontano , sono andata con dada Mpendwa, dada Zula , mama Lucy ma non sono riuscita ad entrare nella capanna , le urla mi respingevano , ho aspettato fuori in silenzio finché la dada Mpendwa non mi ha detto che potevo tornare a casa, la zia di Braison , dopo aver sentito cosa mi era capitato , mi scusava se me ne andavo. Mi sono tolta la kanga con la quale le dade mi avevano agghindata e me ne sono tornata a casa con Zula e mama Lucy .
A casa mi aspettavano Mage e Viki affamate , Serena e Bea attonite, i bambini e le mamme del centro con domande a cui non sapevo e non so rispondere.
Oggi e' arrivata nel centro ,con la mamma, un nuovo inserimento , un nuovo caso: Maurizia, ragazzina che non parla , non cammina, stenta a star seduta, le piace toccare il viso delle persone. Ha giocato con Bea per un'oretta poi e' stata messa sul lettino per le mobilizzazioni e si è "addormentata". La mamma faceva vento alla figlia dicendo che il sonno era normale, ma Serena e Bea, non convinte della normalità del sonno, mi hanno chiamata. No , non era sonno, il polso bassissimo, corsa all'ospedale, l'infermiera che arriva con un'inutile carrozzina, Bea che trova in un secondo una barella per correre verso l'ambulatorio. Zula mi dice di tornare a casa perché' ci sono gli altri bambini , deve arrivare il pulmino che porterà tutti al funerale di Braison e devo andare a prendere i soldi (nella concitazione sono uscita senza nulla ).
Torno a casa , non mi accorgo neppure delle buche che di solito mi terrorizzano, dopo dieci minuti riparto per l'ospedale e lungo la strada incontro mama Lucy e Zula che se ne stanno tornando a casa perché' Maurizia e' morta. E' stata con noi un'ora sola , il tempo di accarezzarci sul viso e poi se ne e' andata per sempre.
E domani ci sara' un altro funerale.
Ci sarà il tempo per discorsi e analisi e riflessioni , adesso è il tempo del pianto.
Un abbraccio
Bruna
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Carissimi,
riflettendo sul dichiarato progettuale e sull'esperito esistenziale, ho capito che:
tra il dire e il fare c'e' di mezzo il mare,
che lo si può' attraversare,
anche se non si sa nuotare,
basta una barca per non affondare …
Sono felice di non dover imparare il nuovo psico-didattic-imprenditorial linguaggio con cui riflettere sulla propria esperienza; di fronte a "dichiarato progettuale" ed "esperito esistenziale" i proverbi popolari sono ancora capaci di suggerire spunti di riflessione.
Siamo partiti con l'idea della casa famiglia , ora ne esiste una , poche ragazze , tanti sorrisi , tanti problemi , tanti sogni; poi l'esterno e' entrato nella nostra casa e ci siamo trovati davanti ad una distesa enorme di situazioni che chiedevano risposte , davanti ad un mare solo intravisto al momento della partenza .
Abbiamo trovato la barca , una barca malmessa , il rollio spesso ci fa vomitare, la riva a volte sembra lontana , a volte vicina , talvolta siamo così stanchi da non riuscire ad aprire gli occhi , abbiamo il corpo e la mente modificati dal sole , ma non siamo affondati.
Oggi abbiamo raggiunto un piccolo atollo e siamo felici .
Juliet e Stevin sono i più' piccoli del centro diurno, (otto mesi, un anno e mezzo ), li abbiamo mandati con le mamme a Dar Es Salaam nell'ospedale CCBRT dove resteranno quindici giorni per imparare gli esercizi . L'atollo raggiunto è l'organizzazione del viaggio perché per le mamme dei villaggi Dar è come L'Eldorado. Mercoledì prossimo partirà mama Lucy con Lucy ; questa attività non era prevista , ma molto di ciò che facciamo non era nel dichiarato progettuale.
Ricordate i due bambini inseriti nella scuola materna?
Una , Beta, è stata rimandata al mittente, le maestre non ce la fanno a tenerla , non ci sono le dade , maestre di sostegno e Beta è una Viki che corre e scappa . La nonna non sa cosa fare , la bambina sta tutto il giorno da sola, gironzola nel quartiere ; un giorno è stata trovata in un Kilabu (una specie di bar) dove persone prive di testa e di cuore l'avevano ubriacata …
Per questa bambina il nostro centro diurno non è la soluzione, ma resterà qua finché non ne troveremo una.
Bisognerebbe aprire un'altra casa o accogliere altre bambine in casa nostra ; noi con Mage, Ageni, Viki , il centro diurno, i viaggi della speranza, le scuole e i progetti in corso abbiamo messo in gioco tutte le nostre risorse e se aggiungiamo un altro tassello può franare tutto.
Sono arrivate Maurizia, Cinzia ed Anna e quando si riuscirà a cantare all'unisono se ne andranno…
La porta sempre aperta , gente che arriva e che parte , che lascia ricordi e foglietti coi nomi attaccati alle pareti, ferite di nostalgia, ma con la porta aperta si guarda fuori
Un abbraccio
Bruna
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Carissimi
lunedi' sera Ageni aveva la febbre, martedi' mattina il test rapido per la malaria ,ha dato esito negativo e la febbre aumentava , aumentava . Tachipirina e antibiotico ad ampio spettro.
Un medico italiano che lavora a Mikumi , circa 200 chilometri di distanza , ha consigliato d'andare nell'ospedale privato dell'Aga Khan per analisi complete del sangue , del tifo e di nuovo della malaria, ci vorrebbe anche l'esame delle urine ma come si raccolgono se si e' incontinenti e paralizzati ?
Mercoledi' mattina portiamo Ageni, con la febbre altissima, nell'ospedale privato a fare le analisi , la donna alla reception non capisce il nome standard delle analisi , esce , parla con due "medici" , ritorna e dopo , solo dopo che ho pagato, dice che un'analisi, per noi la piu' importante , non si puo' fare perche' mancano i reagenti . Prima del prelievo ci mandano dal "medico" che guarda Ageni in lontananza , le chiede cosa si sente e decide che ci vogliono altre due analisi che costano l'equivalente di una settimana di lavoro. Prelievo. Ageni non strilla: o e' diventata grande o non ha neppure la forza per piangere . I risultati saranno pronti alle tre del pomeriggio; scartiamo l'idea dell'ospedale governativo , dove forse ci sono i reagenti, perche' l'attesa di ore e ore in un corridoio affollato e freddo non ci sembra la cura giusta .
Ritiro le analisi , negativo il tifo , positiva la malaria e l'analisi costosissima e'…. l'analisi del colesterolo! Telefono a Nicola , un medico italiano che lavora nel centro HIV delle suore della Consolata , sperando che sia gia' tornato a Iringa , siamo fortunati , e' al lavoro vicino a casa nostra e possiamo portargli Ageni ( febbre sempre alta nonostante tachipirina ). Dal medico con lunga esperienza in zona impariamo come sia abitudine trovare a tutti la malaria per vendere le medicine e ordinare analisi costose ai bianchi e a chi sembra essere ricco ; impariamo, anche, che il test rapido e' il piu' attendibile .
Malaria si' o malaria no? Nicola visita Ageni , consiglia di rifare il test rapido in casa , se e' ancora negativo non e' di sicuro malaria , molto probabilmente e' infezione urinaria , tipica di chi e' incontinente e paralizzato, c'e' un antibiotico adatto , in casa abbiamo solo due pastiglie ma sara' possibile trovare in farmacia il principio attivo.
Test rapido : ancora negativo .
Iniziamo la nuova terapia e subito la febbre diminuisce .
Giovedi' mattina vado nella farmacia piu' fornita , nessun problema, hanno addirittura le pastiglie uguali alle nostre , confezione e bugiardino tedesco , costano 6000 scellini l'una ( quasi quattro euro) .
Chiedo "chi e' il ladro? Voi o la ditta farmaceutica?" protesto dicendo che e' un prezzo per i bianchi , ma che neppure i bianchi possono pagare tutti quei soldi , che il costo totale della terapia e' pari allo stipendio mensile medio di un operaio ben pagato... risatine e sguardi vuoti , arriva il capo , faccia sorridente , fa il gentile , mi dispiace ma il prezzo e' quello . Ho soldi solo per 5 pillole , che mi vengono date dentro la scatolina da cui sono stati tolti prezzo e, soprattutto, data di scadenza.
Antonella , una cooperante del Cuamm, ha poi controllato i costi all'ingrosso : una pastiglia 30 scellini.
Da ieri lotto contro il desiderio di tornare in farmacia a comunicare che ho avuto la risposta alla mia domanda sui ladri , ma so che otterei solo risatine e l'immancabile " scusami , ho sbagliato" col quale si risolve tutto , soprattutto i furti .
Come placebo contro il mal di fegato non mettero' piu' piede in quella farmacia.
Lo so che adesso direte che e' uguale anche da noi , che gli scandali nella sanita' sono all'ordine del giorno , che le ditte farmaceutiche sono societa' a delinquere eccetera eccetera , tutto vero, ma cio' che fa la differenza e' la percentuale di persone corrotte e disoneste .
In una delle mie prime lettere vi scrissi che il nostro slogan e' "attenti ma non diffidenti" , continueremo a seguirlo nonostante le difficolta'.
E adesso notizie sulla salute di Ageni, piu' importante di ladri e farabutti : oggi sta meglio , da alcune ore e' senza febbre.
Un abbraccio a tutti voi
Bruna
Un abbraccio
Bruna Lucio Mage, Viki, Ageni
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