Siamo la Nyumba Ali, "casa con le ali" in lingua swahili, una giovane associazione nata a Bologna e cresciuta sulle fondamenta di una casa famiglia costruita a Iringa nel sud della Tanzania.

2009 - Terzo trimeste

2009 - Terzo trimeste

29 Ottobre

Carissimi

Vorrei raccontarvi di Alessandra, Valeria, Sabrina, Chiaraluna,Marco, Silvia,Francesco, Federico, Giulia La Kwanza, Giulia Fisio, Cristina, vorrei raccontarvi di un inverno ricco di incontri, di idee, di progetti .

E’ iniziato con Alessandra, volontaria Ibo, che ha organizzato il lavoro nel centro diurno, incominciato il percorso di formazione delle dade e insegnato la ricetta della pizza in teglia.

Sabrina e Chiaraluna hanno proseguito il percorso formativo delle dade, oggetto della loro tesi, assistite dalla grande esperienza ,e dal grande cuore, di Valeria; da loro abbiamo imparato non solo le parole tecniche.

Marco e Silvia hanno sperimentato, per la prima volta a Iringa, un corso d’aggiornamento di matematica e fisica per insegnanti: niente lezioni frontali, frasi da copiare e da ripetere a memoria ma esperimenti , problemi , riflessioni , domande senza le risposte da segnare con una crocetta.

Francesco, figlio di Silvia e Marco, è stato un prezioso compagno di giochi per Ageni , un simpatico aiutante di Federico , un attento estimatore di Viki e un ritorno all’adolescenza per me .

Potete vedere le imprese federichiane su you tube (cercate nyumba ali o video di Baba Twiga), le immagini vi faranno intuire il significato del suo soggiorno nella Nyumba Ali.

Giulia La Kwanza è ritornata per regalarci amicizia, affetto e per aiutarci a capire il grande mistero di Viki, la difficile esistenza di Ageni e il mondo interiore di Mage, il suo aiuto non viene dallo studio ma dalla capacità di condividere il nostro quotidiano.

Giulia Fisio ritornata dopo un anno per vedere i progressi dei “suoi bambini”, ha completato l’impostazione del centro che aveva iniziato l’anno scorso redigendo tutte le schede, bagaglio prezioso per il lavoro futuro, travolgendoci tutti quanti col suo entusiasmo.

E l’inverno si è chiuso con Cristina tornata dopo un anno di servizio civile presso ALM, Cristina che assieme a Elena, l’anno scorso ha messo in piedi lo spettacolo teatrale Upinde wa mvua,è ritornata per vedere gli sviluppi del centro che ha visto nascere e per raccogliere materiale da proporre per la tesi magistrale.

Un inverno con la tavola allungabile , spaghetti e pizze per consolare stomaci poco amanti di polenta e fagioli , una tavola luogo di incontro e di risate e di giochi e di progetti per rivoluzionare il nostro ( e il vostro) mondo.
Un inverno di linguaggi e di lingue diverse , intrecci tra swahili,italiano,inglese , parole che spesso restavano sospese a mezz’aria , a testimoniare la fatica di comunicare quando le parole, e le culture, sono così distanti da spaventare un po’.
Un inverno in auto per raggiungere i villaggi dove vivono amici e regalare a loro,e a noi, momenti di felicità con palline, diablo, mattoni,clave e musica
Un inverno di corsi di formazione per imparare come si fa quando un bambino non è uguale agli altri bambini , parole come sciallorea , mobilizzazioni , sviluppo cognitivo, tetraparesi , paralisi cerebrale da tradurre e da spiegare a dade volonterose , ma non abituate alla studio e alla riflessione.
Un inverno a raccogliere materiali per tesi imminenti e per tesi future e noi, increduli, a chiederci se il nostro quotidiano meriti davvero l’attenzione scientifica di una tesi .
Un inverno col gioco ” non t’arrabbiare” e con le inaspettate visite di compagni di classe di Ageni , attirati da un giovane mzungu dai capelli chiari e dalla statura da Masai.
Un inverno ricco di emozioni e povero di tempo, faticoso, allegro, pieno di parole e di gesti affettosi, energetico, stimolante .

Un inverno da ricordare.

Un abbraccio
Bruna

 
22 ottobre 2009

Viki parla

In un pomeriggio di ottobre Viki si esibisce in un lungo discorso

https://youtu.be/cto_e3unGKQ?list=UUKpTjfnMjeCtMEBPdpxLniw

7 ottobre

Zawadi

Zawadi scrive il suo nome e quello della madre su una tavoletta-tastiera.

https://youtu.be/Aa_4olv4Tc4?list=UUKpTjfnMjeCtMEBPdpxLniw

Carissimi
Mama Stevin se ne è andata, è andata a vivere in un ‘altra città assieme al suo bambino.
Era arrivata da noi con Stevin sulle spalle, indurita dalla cattiveria di una tradizione che la ritiene responsabile della disabilità del figlio. Per aiutarla a dipanare il nodo di sofferenza e di rancore è nato il gruppo delle mamme che si raduna una volta al mese per parlare della vita con un figlio disabile. Mama Stevin è andata a Dar Es Salaam , ha denunciato il fisioterapista che chiedeva soldi per trattare suoi figlio. Mama Stevin è una piccola donna che ha trovato il coraggio di dire basta alla corruzione. Lentamente ha iniziato ad accarezzare suo figlio, ad accudirlo e a guardarlo con amore, è sua la foto che chiude il filmato “fiori nel prato” pubblicato su you tube. E’ stata scacciata dal marito, è andata a vivere con una zia, poi il marito l’ha ripresa in casa e lei era contenta di avere almeno una protezione economica, ma il denaro non basta a sopportare offese, botte e angherie. Mi ha chiamato in disparte e mi ha detto “non si può vivere senza pace, vado da mio fratello che vive lontano da Iringa, vado via con mio figlio“. Mama Stevin ha ritrovato la sua dignità, ha scelto il figlio, ma dove è andata non c’è alcun aiuto per un bambino con paralisi cerebrale. Vederli andare via è stato un grosso dispiacere, accompagnato dalla preoccupazione per il futuro del bambino e dalla soddisfazione di aver contribuito al riscatto di una donna.

Tutti voi conoscete Zula , la guardiana diventata dada nel centro diurno ; Zula , protagonista della storia di una gravidanza “invisibile”, è stata una presenza costante nella nostra vita africana. Giovedì scorso mi ha telefonato la sorella dicendomi che Zula non poteva venire a lavorare perché doveva andare alla polizia e poi all’ospedale. Polizia? Ospedale? Le parole in swahili sono inconfondibili, non avevo capito male, ma ancora mi sfuggiva il senso, è caduta come sempre la linea (in realtà chi telefonava non aveva più credito), ho richiamato e ho avuto i particolari : durante una lite, scaturita perché il marito si rifiutava di contribuire al mantenimento dei figli, è stata colpita con il macete alla mano destra. Zula è stata ore nella sede della polizia (secondo la legge locale prima d’andare all’ospedale bisogna fare la denuncia alla polizia), ore all’ospedale prima di essere medicata e alla fine della giornata aveva preso la decisione di lasciare il marito.

Ma… c’è sempre un ma : il padre della donna deve essere d’accordo, in un certo senso deve “ riprendersi” la figlia e se il padre non è d’accordo è garantita l’esclusione sociale. “Bisogna rispettare le abitudini , non va bene intervenire con modalità estranee alla cultura locale, bisogna avere pazienza …” e mentre aspettiamo , rispettiamo e pazientiamo le donne sono picchiate, annullate e i bambini diventano merce. In questo caso il padre ha difeso la figlia e ora Zula con il piccolo Cristian vive con la mamma di Happy: nascerà il centro delle mamme di Nyumba Ali?
L’altra figlia, Frida, vivrà con la nonna paterna assieme agli altri due figli nati da una prima moglie ; risolto il mistero dei figli di Zula : due sono suoi e del marito e due solo del marito (chissà dove è finita la loro madre).

Storie normali di donne normali, storie di violenza , di sofferenza, di annullamento e,  forse, l’unico modo per sopravvivere è chiudere il cuore e la mente, cancellare sentimenti e preoccuparsi di non perdere la strada che tutti dicono essere giusta.

Un abbraccio
Bruna

~
  20 agosto

Grazie a Federico Benuzzi, Iringa è diventata più allegra. Guardate su you tube la seconda puntata della passeggiata in monociclo

https://youtu.be/H3rbZpjdC2I

Un abbraccio a tutti

Bruna

 
 13 agosto 

Carissimi
Federico Benuzzi con la sua giocoleria ci sta regalando momenti di gioia. Guardate.

https://youtu.be/1H5IPt9Lzco

Un abbraccio a tutti

Bruna

 
 27 luglio 

Carissimi
è iniziato il periodo in cui Iringa è piena di ospiti e in casa nostra all''ora del pasto bisogna aggiungere tavoli . Amici, ospiti occasionali, volontari diventano gli occhi nuovi con i quali guardare la nostra realtà, sguardi spesso attoniti ma sempre ricchi di idee e di aiuto. E allora aggiungere un tavolo o inventare un piatto diventa un gioco che ridà energia.
Vi scrivo poche righe e in fretta perché anche voi partecipiate del nostro quotidiano.

Alcuni lunedì fa abbiamo portato tutti i bambini del centro, accompagnati mamme e nonne, a prelevare il sangue per il controllo HIV. Che spettacolo quel pulmino che scaricava tutti quei bimbi chiaramente diversi dagli altri bimbi, che spettacolo la fila davanti all'ambulatorio. Urla di paura e gli infermieri che non sapevano come fare con un bimbo che non parla , non cammina e non comanda gli arti e poi il ritorno a casa per quelli più piccoli e la solita giornata nel centro per gli altri. Nessun bambino è seriopositivo, i risultati mi sono stati consegnati al pomeriggio accompagnati da "stai tranquilla , sono tutti sani". E se uno fosse stato ammalato? Probabilmente l'avrebbe saputo tutta la città, la privacy è parola che qua non esiste.

E' stata da noi Alessandra , volontaria IBO che ha continuato la formazione delle dade e il lavoro con i bambini; è stata una presenza serena, attenta, coinvolta in ogni momento della giornata; siamo andati con lei al Parco Ruaha e ci siamo goduti una giornata tra zebre e giraffe.

Il lavoro di formazione prosegue con Chiaraluna e Sabrina , le due laureande in fisioterapia dell'Università di Firenze e con Valeria tutor straordinaria. Sabato arriverà Federico per regalare sorrisi di gioia con la giocoleria, il 12 agosto le due Giulie ( attendiamo da un anno il loro ritorno).
E la casa con le ali dovrebbe già essere più grande per accogliere i bambini che bussano al cancello, ma per ora ci accontentiamo di volare per pochi metri e per poco tempo.
Un abbraccio a tutti
Bruna